Cosa spinge un gruppo di persone a incontrarsi per allenarsi
Matteo SIMONE
www.psicologiadellosport.net
“I nostri corpi sono i nostri giardini, il nostro volere è il giardiniere” William Shakespeare
Cosa spinge un gruppo di persone a incontrarsi per allenarsi di sera al parco condividendo fatica, impegno ma anche sano divertimento? Dietro i sorrisi c’è un mondo fatto di pensieri, preoccupazioni, gioie, delusioni, illusioni, sensazioni, vittorie, fallimenti.
Importante diventa l’amicizia che accoglie, contiene e sostiene. Importante diventa la forza del gruppo che diventa una rete protettiva e di sostegno, gruppo che protegge, consiglia, che c’è, dove è possibile la condivisione della fatica, del riuscire, del superare.
Questo è il vantaggio dello sport amatoriale, sperimentarsi insieme, ognuno con le proprie capacità, possibilità e competenze, rispettando i propri limiti.
A volte la fatica rende felici, è quello che sperimentano molti atleti di sport di endurance come gli ultramaratoneti e i triatleti ironman, l’ho sperimentato anch’io soprattutto nella gara più bella della mia vita l’Iron elbaman.
Interessante quello che scrive Murakami nel suo libro L’arte di correre: “Ciò che soprattutto mi ha reso felice, oggi, è il fatto che questa gara me la sono proprio goduta. Non ho ottenuto un tempo di cui andar fiero. Ho anche commesso diversi piccoli errori. Però ho corso fino a esaurimento delle forze, e ne risento ancora l’effetto. Inoltre, sotto molti punti di vista, credo di essere migliorato rispetto all’ultima gara. E questo è un punto essenziale. Perché la difficoltà del triathlon consiste nel saper combinare le tre prove, e l’esperienza ha molto da insegnare al riguardo. Permette di compensare lo squilibrio delle attitudini fisiche. In altre parole, imparare dall’esperienza è la cosa più piacevole, più divertente del triathlon.”
Questo è lo sport che avvicina mondi, culture e colori. Importante partire sempre dal momento presente e cavalcare l’onda del cambiamento per dirigersi verso mete nuove e sfidanti ma raggiungibili, continuando a trasformare piccoli sogni in realtà. Questo è lo sport che incrementa autoefficacia e sviluppa autoconsapevolezza e resilienza.
Ancora continua Murakammi: “Naturalmente è stata dura, a un certo punto stavo quasi per perdermi d’animo. Ma in questo sport la fatica è data per scontata. Se non fosse parte integrante del triathlon o della maratona, chi mai si darebbe la pena di mettersi alla prova in discipline che succhiano le nostre energie e il nostro tempo? Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica riusciamo a provare, almeno per un instante, la sensazione autentica di vivere. Raggiungiamo la consapevolezza che la qualità della vivere non si trova in valori misurabili in voti, numeri e gradi, ma è insita nell’azione stessa, vi scorre dentro.”
La bellezza dello sport è che ti permette di fare esperienza, di metterti in gioco, di apprendere dall’esperienza sbagliando e facendo sempre meglio la prossima volta.
Tanti atleti voglio osare sempre di più, è quello che emerge da risposte di tanti ultrarunner. Se c’è passione non esiste la fatica, lo dice anche la utrarunner entrata nel Guinness dei primati Angela Gargano: “La fatica non esiste. E’ un fatto psicologico. Basta non pensarci, e svanisce. In gara, può essere tanta, ma appena da lontano intravedo lo striscione d’arrivo mi sento fresca come una rosa, e felice taglio il traguardo.”
E’ quello che emerge dalle interviste a tanti ultramaratoneti, la fatica non esiste, c’è la voglia di misurarsi con se stessi, con gli altri, con le difficoltà, ma la stanchezza e le crisi come vengono così se ne vanno nella maggior parte dei casi.
Tanti i motivi per iniziare a fare sport, se poi lo sport ti cattura, allora è difficile resistere, diventa un pensiero quotidiano. A volte nasce la sfida, la voglia di arrivare dove nessuno è arrivato, sono tante le persone che sperimentano la voglia di superare i propri limiti, di scoprire quanto valgono.
Tanti i motivi per iniziare a correre, lo spiega anche Mark Rowlands, Correre con il branco: “Ognuno corre per motivi diversi: alcuni lo fanno perché ci provano gusto, altri per sentirsi bene, in forma, felici e persino vivi. Altri ancora corrono per stare in compagnia o per alleviare lo stress della vita quotidiana. Ci sono persone a cui piace saggiare la propria resistenza, i propri limiti.”
Si inizia a praticare sport per scelta, per caso, perché è necessaria una riabilitazione, invogliati dai genitori o dagli istruttori di educazione fisica, si inizia con una motivazione intrinseca (perché si prova piacere a praticare un’attività sportiva), ludica (per il gusto di giocare e di divertirsi).
Bisogna, però, essere sempre consapevoli delle proprie sensazioni, dei propri bisogni, delle proprie esigenze, è indispensabile monitorare le proprie motivazioni, calibrare i propri obiettivi e decidere volta per volta che cosa è meglio per se stessi, credendo sempre in quello che si fa.
Quello che raccontano tante persone è che lo sport rende felici, ti libera la mente da tensioni e problemi accumulati durante la giornata o nel corso di altre attività quotidiane meno piacevoli.
Praticare sport significa occuparsi del proprio benessere e della propria salute, sia dal punto di vista fisico che mentale. Una persona decide di allenarsi con costanza quando raggiunge la consapevolezza di stare meglio, quando si rende conto che sta facendo qualcosa per se stessa. L’inizio può essere faticoso dal punto di vista fisico e organizzativo, ma la pratica continuativa nel tempo dell’attività sportiva, determina la sperimentazione di sensazioni di benessere fisico, mentale, emotivo e relazionale a cui difficilmente si vuole rinunciare.
Per i bambini è importante capire che lo sport è essenzialmente un’attività divertente, per questo l’allenatore, che si occupa in primis di persone e poi anche del loro rendimento sportivo, come singoli e come squadra, è deputato all’educazione di un corretto stile di vita che è quello sportivo.
Quello che emerge è che insieme è molto meglio, lo dico spesso “together is much better”, questo vale anche per coloro che hanno bisogno di un accompagnatore come atleti con disabilità visiva.
Unisciti ad Achilles, il programma che in tutto il mondo permette di correre e camminare insieme, guida e non vedente. Vieni a conoscerci Il prossimo 8 aprile ci sarà un evento aperto a tutti, si tratta di un sabato pomeriggio ore 15.00 presso il parco degli acquedotti Roma, dove tutti potranno correre e camminare come guide o come atleti accompagnati.
Per info achillesinternationalroma@gmail.com o 3931053915. Ti aspettiamo!
E’ intenzione del progetto Achilles International partecipare, con una rappresentativa degli atleti con disabilità visiva e relative guide, il 17 Giugno 2017 ore 21.00, alla 11° edizione di Corriroma, organizzata dall’Italia Marathon Club che prevede una gara competitiva su strada di 10 Km e una mezza maratona. Per la partecipazione dei non vedenti con accompagnatori l’iscrizione è 10€ la mezza maratona per non vedente e per accompagnatore = 20€ e 5€ la Corri Roma per non vedente e per accompagnatore = 20€.
Matteo SIMONE
www.psicologiadellosport.net
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento