Corpi danzanti nello spazio: pura energia che denuncia
Per la rassegna Scena Contemporanea, domenica 23 marzo è andato in scena all’Artemisio di Velletri la compagnia Cie Twain, diretta dalla coreografa Loredana Parrella, che ha presentato l’interessante lavoro dal titolo “Lei e Tancredi”. Non a caso il sottotitolo recitava denunce di corpi parlanti.
Prendendo spunto dalla vicenda della Gerusalemme Liberata sette corpi in scena di giovanissimi sprizzanti energia da ogni poro, nota dopo nota conducono lo spettatore attraverso una lunga denuncia di orrori fino ad arrivare ai più recenti omicidi di mafia e politica collusa internazionale: Cile anni ’70 l’omicidio di Salvator Allende oppure Sicilia anni ’90 la strage di Capaci, Falcone perde la vita insieme alla scorta. Un buon esempio di come attraverso l’arte si può fare politica e creare cittadinanza attiva.
La Parrella è a nostro avviso molto brava nel creare scene di insieme con ritmi serrati e coinvolgenti – come quella della tortura e dell’uccisione attraverso il picchiare delle sedie sulle tavole del palcoscenico. Una telecamera – di volta in volta – gestita autonomamente dai giovani danzatori – rimanda immagini in bianco e nero quasi deformate proiettate sul fondale del palco. Palco messo a nudo , senza quinte: attraverso i giochi di luce si intravede il quadro degli interruttori, quasi a denunciare ancora una volta la nuda e cruda realtà. Nessuna concessione all’estetica tranne quella necessaria alla denuncia. Si può dire un ulteriore passo avanti nella programmazione 2014 che ospita giovani leve emergenti, riconosciute dal MiBAC, mai ospitate prima dall’Artemisio. Ancora una volta si conferma la funzione del Teatro di portare realtà esterne nella cittadina di Velletri e dare opportunità alle persone di vedere novità che in altre regioni d’Italia riscuotono consenso di pubblico e di critica. Altra funzione invece ha svolto l’Artemisio venerdi 21 con il concerto di Battisti ad opera de I tre Mendicanti, a cui ha partecipato tutta la comunità veliterna entusiasta di riconoscersi in un nostalgico trasporto.
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