Coronavirus: una testimonianza da Casteggio (Lombardia)
Casteggio è un Comune italiano lombardo sito in provincia di Pavia. Situato nell’Oltrepò Pavese -a sud del fiume Po (fiume più lungo d’Italia di Km 652)-, ha una popolazione inferiore ai 15.000 abitanti. Centro vinicolo, ma anche commerciale e industriale, comprende tra gli abitanti anche Enrico, parente di mia nonna (Girani Paolina Lucia) e, altro “legame” che li unisce, porta lo stesso cognome. In tempo di guerra il papà di mia nonna andava a prendere la farina bianca e gialla da suo padre, in campagna. In questo momento di difficoltà caratterizzato dal coronavirus (la Lombardia è uno dei centri maggiori del focolaio di infezioni), mi ha mandato un piccolo resoconto di come la vita trascorre in quel territorio. Non molte parole, anche perché per chi è ligio al dovere e ha uno spirito solidale e nazionale, si attiene alle prescrizioni indicate e cerca di limitare al minimo gli spostamenti da casa. Mi dice che “essendo un luogo agricolo, quindi non particolarmente affollato” che c’è “più sicurezza nelle persone”, dove “siamo tutti ligi alle ordinanze ministeriali, salvo alcune eccezioni, i più balordi” e “usciamo una volta la settimana per commissioni.” Naturalmente la preoccupazione è presente anche lì. Infatti, mi riferisce che “siamo ovviamente preoccupati, ma fiduciosi in una soluzione, anche se non sarà a breve.” Una testimonianza semplice, essenziale, che non potrebbe essere altrimenti per chi si attiene alle disposizioni impartite per la sicurezza di tutti. Possiamo solo aggiungere di tenere la distanza minima quando dobbiamo necessariamente uscire, indossare la mascherina, limitare gli spostamenti alla necessità, lavarsi spesso le mani e, in generale, attenersi alle disposizioni emanate dal Governo. Come finisce il suo messaggio? “Un abbraccio a tutti, particolarmente alla carissima Lucia.”
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