Coronavirus: Save the Children, cresce l’allarme in Africa
Coronavirus: Save the Children, cresce l’allarme in Africa dopo che si è superata la soglia dei 10 mila casi confermati. Bambini a rischio violenza, abuso, sfruttamento e ragazze costrette a sposarsi precocemente, se i genitori perderanno la loro fonte di reddito a causa della pandemia
In aumento la preoccupazione soprattutto per le famiglie che dipendono dall’economia informale per la loro sussistenza e non sono coperte da misure di sicurezza sociale, assicurata nel continente solo al 10% della popolazione economicamente attiva. L’Organizzazione è già attiva con mezzo milione di operatori sanitari in 44 paesi e per rispondere a questo e a tanti altri scenari drammatici, legati all’impatto del Coronavirus in tutto il mondo, ha lanciato il più grande appello della sua storia centenaria, con l’obiettivo di raccogliere 100 milioni di dollari
In Africa i bambini più vulnerabili e le loro famiglie, che dipendono per la loro sussistenza dall’economia informale, saranno sempre più colpiti dalle misure per fermare la diffusione del coronavirus, avverte Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, dopo che il continente ha raggiunto i 10.000 casi confermati di Covid-19.
I governi africani stanno compiendo sforzi significativi per rispondere a questa crescente pandemia, tuttavia il numero di casi nel continente è aumentato esponenzialmente dal 13 marzo 2020, raddoppiando da poco più di 5.000 a 10.000 nello spazio di una settimana.
Il Sud Sudan è stato l’ultimo Paese africano a confermare un caso domenica, ne restano solo tre nel continente – Lesotho, Comore e Sao Tome e Principe – che non hanno ancora denunciato neanche un caso di COVID-19.
Pur comprendendo le motivazioni dei governi locali che si stanno concentrando sulla limitazione della diffusione del virus puntando su maggiori restrizioni, Save the Children sottolinea come queste misure hanno un impatto sproporzionato sulle famiglie più povere, che dipendono dall’economia informale per i loro mezzi di sussistenza già fragili. In tutto il continente, a differenza di molte parti del mondo, la copertura della sicurezza sociale è estremamente limitata o inesistente e in gran parte indirizzata ai lavoratori nell’economia formale e alle loro famiglie. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, solo il 17,8 per cento degli africani riceve almeno un sussidio in denaro per la protezione sociale e solo il 10 per cento circa della popolazione economicamente attiva è sostenuto da strumenti di sicurezza sociale.
Save the Children sottolinea come i bambini e le loro famiglie in Africa abbiano già lottato per un decennio contro gli shock climatici e le regolari crisi alimentari, che hanno interessato tutto il continente e ora affrontano una nuova emergenza. A causa della chiusura dei mercati e della limitata possibilità di spostamento, molte famiglie avranno meno entrate per soddisfare i loro bisogni di base, compresi cibo e carburante per cucinare. La mancanza di reddito avrà conseguenze particolarmente disastrose per le famiglie più povere, che potrebbero essere costrette a scegliere tra pagare l’affitto e dare da mangiare ai propri figli.
Le famiglie dipendenti dal lavoro occasionale sono particolarmente vulnerabili, in quanto non possono guadagnare lavorando da casa o auto-isolandosi. Molte di queste famiglie dovranno fare affidamento sui propri risparmi per sopravvivere ed essere costrette a esaurire le scorte di cibo, carburante e acqua.
“Siamo estremamente preoccupati che l’aumento delle pressioni finanziarie sulle famiglie accresca l’insicurezza alimentare nelle comunità che già lottano per sapere da dove arriverà il loro prossimo pasto e questo, a sua volta, avrà un impatto devastante sui bambini. Sappiamo per esperienza che quando le famiglie perdono il proprio reddito e non hanno una rete di sicurezza sociale, i bambini diventano vulnerabili agli abusi e allo sfruttamento. Man mano che il COVID-19 inizia a incidere sull’economia, la perdita del reddito dei genitori e la chiusura delle scuole possono costringere molti minori a chiedere cibo, a svolgere lavori pericolosi per sostenere le loro famiglie o famiglie a separarsi in cerca di cibo, lasciando i bambini, soprattutto le ragazze da sole, non protette ed esposte a violenza, abuso, sfruttamento e rischio di matrimonio infantile. I governi, le istituzioni locali e i donatori devono agire insieme e impegnarsi a fermare la pandemia in Africa e affrontare gli effetti negativi delle misure restrittive sui mezzi di sussistenza delle popolazioni più fragili, sostenendo la sicurezza alimentare e l’accesso ai servizi sanitari, integrando le esigenze dei più vulnerabili nella risposta al Coronavirus” ha dichiarato Eric Hazard, Direttore Campagne e Advocacy di Save the Children in Africa.
Per proteggere una generazione di bambini dagli effetti devastanti della pandemia di COVID-19, Save the Children ha lanciato l’appello più grande della sua storia centenaria, con l’obiettivo di raccogliere 100 milioni di dollari per proteggere i bambini e le loro famiglie dalla minaccia più grave dei tempi moderni alla salute e alla sicurezza globale. Con i fondi raccolti saranno ampliati e rafforzati i programmi dell’Organizzazione per evitare una catastrofe che potrebbe influenzare la vita di milioni di bambini.
A livello globale, Save the Children lavora con mezzo milione di operatori sanitari in 44 paesi per fornire servizi sanitari vitali con l’obiettivo di supportarli nel riconoscere i sintomi e prevenire la diffusione del virus, e mira a formarne altri 100.000 nei prossimi sei mesi. Lavorerà con le comunità locali, garantendo formazione e la distribuzione di dispositivi di protezione in modo da incrementare le misure di prevenzione e far sì che i casi possano essere identificati in anticipo, indirizzati per il trattamento e, ove possibile, isolati.
Per ulteriori informazioni:
Tel. 06-48070023/63/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
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