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CORONAVIRUS E MECCANISMO DI CLASSIFICAZIONE LOCKDOWN

CORONAVIRUS E MECCANISMO DI  CLASSIFICAZIONE LOCKDOWN
Novembre 08
12:13 2020

Durante una emergenza di sanità pubblica sono richieste capacità di pianificazione, coordinamento, diagnosi tempestiva, valutazione, indagine, risposta e comunicazione.

Inizia così il Rapporto Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale del Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, reso pubblico il 12 Ottobre 2020. Il Documento prevede quattro possibili scenari di evoluzione dell’epidemia. Lo scenario numero 1 è la “situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto al periodo luglio-agosto 2020”. Quindi è già stato superato dalla crescita dei contagi delle ultime settimane. Il secondo scenario individua una “situazione di trasmissibilità sostenuta” con un indice Rt compreso tra 1 e 1,25. Lo scenario numero 3 individua una “situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo”, con valori di Rt regionali sempre compresi tra 1,25 e 1,5. Con questo scenario “la crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 2-3 mesi”. Il quarto scenario, il peggiore, mostra le conseguenze di una “situazione di trasmissibilità non controllata, con valori di Rt regionali maggiori di 1,5”. E’ lo scenario lockdown. Il Documento di 129 pagine, scientificamente molto ben fatto, è scaricabile da:  http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_5373_16_file.pdf

Per classificare tempestivamente il livello di rischio in modo da poter valutare la necessità di modulazioni nelle attività di risposta all’epidemia, sono stati identificati alcuni indicatori con valori di soglia e di allerta che dovranno essere monitorati, attraverso sistemi di sorveglianza coordinati a livello nazionale, al fine di ottenere dati aggregati nazionali, regionali e locali. L’elenco dei 21 indicatori per il controllo del rischio prevede il monitoraggio di nove parametri tra cui il numero di nuovi focolai, il numero di accessi al pronto soccorso per coronavirus, il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva. I 21 indicatori sono quelli elencati nel Decreto del Ministero della Salute del 30 Aprile, sempre gli stessi, scaricabile da:
https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2020&codLeg=73981&parte=1%20&serie=null

Gli indicatori sono raggruppati in tre ambiti. Il primo misura la capacità di raccolta dati delle singole regioni, il secondo la capacità di testare tutti i casi sospetti e di garantire adeguate risorse per contact tracing, isolamento e quarantena e il terzo valuta la capacità “ricettiva” dei servizi sanitari e il monitoraggio del contagio.

Non c’è niente di nuovo sulla definizione degli indicatori, la novià potrà riguardare soltanto il loro peso all’interno degli algoritmi di valutazione usati. Infatti, tutti i dati raccolti vengono analizzati da due algoritmi di valutazione che a loro volta generano una matrice del rischio, “definito come la combinazione della probabilità e dell’impatto di una minaccia sanitaria”. Si determina, così, la probabilità di un peggioraramento della situazione sanitaria: se è alta probabilità, il rischio è considerato “molto elevato” e di conseguenza il “decisore politico” deve decidere. Le misure restrittive previste dal decreto del 3 Novembre del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la suddivisione in zone (giallo, arancione e rosso) si sono basate su dati riferiti alla settimana tra il 19 e il 25 ottobre. Di seguito l’elenco completo degli Indicatori.

Indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio

1) Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

2) Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla terapia intensiva) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla terapia intensiva) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

3) Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in terapia intensiva/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

4) Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

5) Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale).

6) Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale).

Indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti.

7) Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, ProntoSoccorso/Ospedale, altro) per mese.

8) Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.

9) Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).

10) Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng.

11) Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.

12) Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata ima regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.

Indicatori di risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta deiservizisanitari

13) Numero di casi riportati alla Protezione Civile negli ultimi 14 giorni.

14) Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).

15) Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale).

16) Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno.

17) Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).

18) Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.

19) Numero di accessi al Pronto Soccorso con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19 (opzionale).

20) Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19.

21) Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19

In conclusione, il meccanismo di suddivisione del territorio nazionale per zone sembra essere assolutamente oggettivo. Chiunque sa trattare gli algoritmi matematici conosce l’importanza dei dati che caratterizzano i 21 indicatori usati.

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