#CORONAVIRUS 6 MAGGIO 2020
AI CASTELLI ROMANI E LITORANEA ALTRI 13 NUOVI CASI, 12 GUARITI
RISPETTO AL PICCO SIAMO SCESI DEL 71%
FASE 2: RIPRENDERE ANALISI, VISITE E PRESTAZIONI NELLA ASL RM6
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Nella ASL RM6, che comprende i Castelli Romani e la Litoranea, il 6 maggio il numero dei positivi è salito a 1.229, con altri 13 nuovi casi e 12 guariti.
Sulla base delle nostre analisi la curva dei nuovi contagi ha raggiunto il picco il 15 aprile.
Rispetto al picco siamo finalmente scesi del 71%.
Le misure di distanziamento sociale, applicate diligentemente dai cittadini, che in questi mesi hanno fatto grossi sacrifici rimanendo nelle proprie abitazioni e riducendo al minimo gli spostamenti, hanno prodotto buoni risultati.
Infatti, senza misure di contenimento sociale e senza questo impegno straordinario dei cittadini tutta la popolazione dei Castelli Romani e Litoranea sarebbe stata infettata.
Se da un lato le misure di distanziamento sociale hanno ben funzionato, è purtroppo mancata da parte delle istituzioni (Regione Lazio, ASL RM6, Comuni) un’azione di controllo preventiva sulle case di riposo, sulle RSA e sulle case di cura “private”, peraltro accreditate da sempre con il servizio sanitario regionale.
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Nelle case di riposo, RSA e case di cura private si contano oltre 500 positivi, di cui più di 50 operatori sanitari, e 44 morti.
Si contano:
– 178 positivi nella casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa, 41 operatori sanitari e 137 pazienti (17 decessi);
– 63 i positivi (9 decessi) nella casa di cura Villa Nina di Frattocchie
– 48 i positivi all’INI di Grottaferrata (1 decesso).
– 48 (+5) i positivi (2 decessi) nella casa di cura Villa delle Querce di Nemi;
– 38 (+6) positivi nella casa di cura San Raffaele di Montecompatri, 10 operatori sanitari e 22 pazienti (3 decessi);
– 23 positivi nella Clinica dei Pini di Anzio, 5 operatori sanitari e 18 pazienti (3 decessi).
Ad oggi sono stati trasferiti nelle strutture covid pubbliche tutti i pazienti positivi dal San Raffele di Montecompatri, dall’INI di Grottaferrata e dal San Raffaele di Rocca di Papa.
Il Partito Comunista dei Castelli Romani esige che tutti i pazienti positivi ancora presenti nelle strutture sanitarie private siano spostati immediatamente nelle strutture covid della ASL RM6 e della Regione Lazio.
La Regione Lazio ha avviato solo il procedimento di revoca dell’accreditamento del San Raffaele di Rocca di Papa.
Dopo oltre 500 positivi e 44 decessi nelle case di cura private, la Regione Lazio ha avviato solo un procedimento di revoca dell’accreditamento?
Il Partito Comunista dei Castelli Romani chiede alla Regione Lazio di verificare con il massimo rigore il rispetto delle regole anche nelle altre strutture sanitarie private e di procedere alla revoca dell’accreditamento per le strutture inadempienti.
Sul disastro “colposo” della gestione delle casa di riposo, RSA e case di cura private stanno già indagando la Procura della Repubblica di Roma e quella di Velletri.
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L’emergenza coronavirus sta evidenziando tutte le criticità dell’organizzazione della sanità nella ASL RM6: la sanità pubblica è stata saccheggiata (ospedali chiusi, reparti accorpati, personale senza ricambio generazionale), mentre la sanità privata ha visto crescere finanziamenti regionali e profitti.
Dopo 20 anni di tagli alla sanità pubblica, ci siamo ritrovati nei Castelli Romani e Litoranea con pochissimi posti letto negli ospedali pubblici e una sanità privata faraonica (migliaia di posti letto a Villa delle Querce a Nemi, al San Raffaele di Rocca di Papa, al San Raffaele di Montecompatri, all’INI di Grottaferrata, alla Clinica dei Pini di Anzio, a Villa Nina a Frattocchie, ecc.).
L’emergenza coronavirus ha anche dimostrato che la sanità pubblica è più sicura e più efficiente, mentre la sanità privata (che fa enormi profitti con i finanziamenti regionali) ha provocato un disastro “colposo”, con più di 500 positivi e 44 morti.
Di fronte a questo disastro, il Presidente Zingaretti, l’Assessore D’Amato e i Sindaci, che solo un mese fa avevano rigettato l’ipotesi di riapertura degli ospedali di Albano e di Genzano, si sono dovuti ricredere e, sotto la spinta di medici, di associazioni e del Partito Comunista, hanno dovuto rafforzare la debole sanità pubblica, riaprendo gli ospedali di Albano e di Genzano.
Gli ospedali di Albano e di Genzano potranno essere utilizzati oggi nell’emergenza come strutture covid “dedicate” e in seguito come RSA pubbliche.
Il Partito Comunista dei Castelli Romani chiede anche la stabilizzazione dei “nostri eroi”, i lavoratori “precari” della sanità assunti con contratti a tempo determinato o tramite cooperative e messi in prima linea a combattere il coronavirus.
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Il 4 maggio è iniziata la fase 2 dell’emergenza sanitaria, ma sono ancora troppi i nuovi positivi a Roma e nei Castelli Romani.
Nella fase 2 vanno immediatamente riprese nella ASL RM6 tutte le attività ambulatoriali (analisi, visite e prestazioni), ad oggi sospese per l’emergenza sanitaria.
Nella ripresa delle attività ambulatoriali andrà posta la massima attenzione alle misure precauzionali di distanziamento sociale e alla fornitura di tutti i dispositivi di sicurezza per tutelare la salute degli operatori sanitari e dei pazienti.
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Per visualizzare la cartina per comune sulla diffusione del coronavirus nel Lazio, puoi fare click sul seguente link:
https://drive.google.com/open?id=1sI_jgUiLG9xh7GKQp5-W-_NV9tS7Z2Ne&usp=sharing
Nella tabella seguente viene riportata la ripartizione dei contagi per singolo comune dei Castelli Romani e della Litoranea sulla base delle comunicazioni ufficiali delle autorità competenti.
Oggi nei Castelli Romani e Litoranea sono guarite 12 persone.
La buona notizia dei soggetti guariti è stata fornita dai comuni di Anzio (+5 guariti), Lariano (+3) e Montecompatri (+4).
Purtroppo molti comuni (Albano, Ardea, Castel Gandolfo, Monte Porzio, Nemi) non hanno mai fornito alcuna informazione sui soggetti guariti, una informazione molto importante per dare un segno di speranza in questa durissima emergenza sanitaria.
La mappatura dei dati nei Comuni dei Caselli Romani e Litoranea risulta particolarmente complessa.
Il Comune di Albano, unico caso al mondo, continua a non fornire alcuna informazione alla popolazione sulla diffusione del coronavirus sul territorio. Tale decisione è assolutamente incomprensibile, in quanto sulla base della legge 265/99 è un preciso compito istituzionale del Sindaco informare la popolazione sulla evoluzione dell’emergenza sanitaria.
La ASL RM6 non fornisce alcuna informazione alla popolazione e deve ancora comunicare ai comuni la ripartizione di circa 300 casi, in prevalenza anziani che hanno contratto il coronavirus nelle strutture sanitarie private. Tremendo destino quello dei nostri anziani ricoverati nelle case di riposo e RSA private, guidate da direttori senza titoli e mai controllate fino ad ora dagli organismi competenti, privati per norma da mesi dell’affetto dei propri familiari, contagiati in queste fatiscenti strutture private, privati addirittura del diritto ad un comune di residenza.
A causa di questi ritardi della ASL RM6, in 11 comuni dei Castelli Romani e Litoranea (Albano, Anzio, Ardea, Castel Gandolfo, Ciampino, Grottaferrata, Lanuvio, Monte Porzio, Montecompatri, Nemi, Rocca di Papa) il totale dei casi positivi comunicato dalla ASL RM6 ai Sindaci è inferiore al dato pubblicato dal SERESMI (il Servizio Regionale per la Sorveglianza delle Malattie Infettive).
Solo dieci comuni (Ariccia, Colonna, Frascati, Genzano, Lariano, Marino, Nettuno, Pomezia, Rocca Priora, Velletri) forniscono invece un’informazione completa (guariti, attualmente positivi, deceduti), aggiornata quasi semp
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