#CORONAVIRUS 20 MAGGIO 2020 AI CASTELLI ROMANI E LITORANEA SOLO 3 NUOVI CASI E 24 GUARITI
#CORONAVIRUS 20 MAGGIO 2020
AI CASTELLI ROMANI E LITORANEA SOLO 3 NUOVI CASI E 24 GUARITI
SPOSTARE IMMEDIATAMENTE I PAZIENTI POSITIVI DALLA CLINICA DEI PINI DI ANZIO
I CITTADINI DEVONO DICHIARARE LA CLINICA DI ANZIO “ZONA ROSSA”
RIPRENDERE ANALISI, VISITE E PRESTAZIONI NELLA ASL RM6
RIAPRIRE I REPARTI DI PEDIATRIA E OSTETRICIA DI ANZIO E DI VELLETRI
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Nella ASL RM6, che comprende i Castelli Romani e la Litoranea, il 20 maggio il numero dei positivi è salito a 1.335, con solo 3 nuovi casi e 24 guariti.
Il numero complessivo dei guariti è salito a 459 (+24), il numero delle persone attualmente positive è sceso a 758 (-21), mentre il numero dei decessi è rimasto stabile a 118.
Rispetto al picco la curva dei nuovi contagi è scesa dell’83%.
Continua la strage nelle case di cura private dei Castelli Romani.
Sul nostro territorio, nelle case di riposo, RSA e case di cura private si contano oltre 500 positivi, di cui più di 50 operatori sanitari, e 48 morti.
Dalle comunicazioni ufficiali si contano:
– 178 positivi nella casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa, 41 operatori sanitari e 137 pazienti (20 decessi);
– 63 i positivi (9 decessi) nella casa di cura Villa Nina di Frattocchie
– 48 i positivi all’INI di Grottaferrata (1 decesso).
– 48 i positivi (2 decessi) nella casa di cura Villa delle Querce di Nemi;
– 42 positivi nella casa di cura San Raffaele di Montecompatri, 19 operatori sanitari e 23 pazienti (4 decessi).
A questi numeri pesantissimi e sicuramente incompleti, vanno aggiunti i familiari dei pazienti ricoverati e degli operatori sanitari che sono stati infettati e, in alcuni casi, sono purtroppo morti.
Sul disastro “colposo” della gestione delle casa di riposo, RSA e case di cura private stanno già indagando la Procura della Repubblica di Roma e quella di Velletri.
Due giorni fa è scoppiato lo scandalo di Villa dei Pini ad Anzio.
Nella Clinica dei Pini di Anzio il numero dei positivi è salito a 37 (+11), di cui 9 operatori sanitari (+2) e 28 pazienti (+7). Purtroppo si registrano anche 3 decessi.
La situazione della clinica dei Pini di Anzio è gravissima ed è precisa responsabilità della Regione Lazio e della ASL RM6 che hanno tenuto decine di soggetti positivi all’interno di una clinica privata non autorizzata e non specializzata per la cura del covid.
Anche su questo gravissimo errore la Procura della Repubblica di Roma e di Velletri dovranno indagare.
I comunicati stampa pubblicati dalla ASL RM6, dal Sindaco di Anzio e dalla Clinica Villa dei Pini non chiariscono la grave situazione.
Per la ASL RM6 i nuovi 11 casi positivi sono “una coda, circoscritta al reparto di #Lungodegenza, del primo cluster emerso il 25 aprile”.
11 nuovi casi positivi non possono essere considerati una semplice “coda”, bensì sono una notizia molto grave, soprattutto perché correlata con il mancato spostamento in strutture adeguate e specializzate dei soggetti positivi del primo cluster della clinica Villa dei Pini scoperto il 25 aprile.
Nel suo comunicato la ASL RM6 cerca di minimizzare il problema, sostenendo che “Tutti i pazienti si trovano in buone condizioni 3 sono guariti e cinque in attesa di secondo tampone negativo”. In merito rileviamo che un’istituzione pubblica non può omettere in un comunicato ufficiale di ricordare che 3 pazienti positivi del cluster di Villa dei Pini di Anzio sono purtroppo deceduti.
La Clinica Villa dei Pini di Anzio evidenzia nel suo comunicato di aver allestito un apposito “Reparto di Isolamento Lungodegenza per pazienti positivi al COVID-19”.
Questo reparto non deve essere proprio il massimo della sicurezza, visto che purtroppo vi si sono infettati due operatori sanitari.
L’esperienza della Clinica Villa dei Pini di Anzio, come l’esperienza della sanità in Lombardia, ci insegna che è necessario avere strutture dedicate e specializzate nella cura del coronavirus, piuttosto che improvvisati reparti di isolamento dove si continuano ad infettare gli operatori sanitari.
Per tali motivi il Partito Comunista dei Castelli Romani esige l’immediato spostamento dei pazienti positivi negli ospedali covid pubblici, la chiusura della Clinica dei Pini per consentire la sanificazione della struttura e tutte le operazioni di controllo e verifica del rispetto dei protocolli sanitari, più una verifica delle gravissime responsabilità di questo disastro “colposo” che ha colpito 9 operatori sanitari e 28 pazienti, di cui 3 deceduti.
Va ricordato che in situazione analoghe, il Sindaco di Monte Compatri e il vicesindaco di Rocca di Papa hanno immediatamente dichiarato zona rossa la struttura sanitaria infetta ed hanno chiesto alla ASL il trasferimento di tutti i pazienti positivi in serie ed affidabili strutture “covid” pubbliche.
Perché il Sindaco di Anzio non prende alcuna iniziativa di fronte a questa emergenza sanitaria? Perché il Sindaco di Anzio vuole mantenere un cluster così pericoloso in città a ridosso della partenza della stagione turistica?
Perchè il Sindaco di Nettuno non chiede lo spostamento immediato in strutture sanitarie covid pubbliche dei suoi concittadini ospitati ed infettati nella Clinica Villa dei Pini di Anzio?
Visto che le istituzioni (Regione, ASL, Comune) lasciano 22 (-3) positivi in una struttura non autorizzata e non specializzata nella cura del covid, chiediamo a tutti i cittadini di dichiarare la clinica Villa dei Pini di Anzio “Zona rossa” evitando qualsiasi contatto, ricovero, visita o altro con questa struttura sanitaria privata.
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Mentre eravamo tutti impegnati ad affrontare la guerra al coronavirus e i danni economici e sociali di questa emergenza, il direttore generale della ASL RM6 (unico caso al mondo) approfittava dell’emergenza per chiudere dalle ore 14 del 19 marzo 2020 i reparti di pediatria e ostetricia degli ospedali di Anzio-Nettuno e di Velletri.
Il direttore della ASL RM6 ha scelto una data simbolica importante: la festa del papà.
Il Partito Comunista dei Castelli Romani esige l’immediata riapertura dei reparti di pediatria e ostetricia di Velletri e di Anzio-Nettuno, chiusi inspiegabilmente “in via straordinaria e provvisoria” dal direttore generale della ASL RM6 per (non si capisce come) “fronteggiare l’emergenza Covid”.
Non permetteremo né a Zingaretti né ai suoi boys di continuare a tagliare la sanità pubblica del Lazio, con queste “note” tattiche del continuo accorpamento/spostamento dei reparti, tattiche utilizzate in passato sia dal centrodestra sia dal centrosinistra per chiudere 16 ospedali pubblici nella nostra regione e favorire la crescita faraonica di strutture sanitarie private inefficienti ed indecorose, che hanno provocato un disastro “colposo”.
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Vanno immediatamente riprese nella ASL RM6 tutte le attività ambulatoriali (analisi, visite e prestazioni), ad oggi ancora sospese per l’emergenza sanitaria. Nella ripresa delle attività ambulatoriali andrà posta la massima attenzione alle misure precauzionali di distanziamento sociale e alla fornitura di tutti i dispositivi di sicurezza per tutelare la salute degli operatori sanitari e dei pazienti.
Aver sospeso analisi, visite e prestazioni per un periodo così lungo è una scelta da irresponsabili, che avrà sicuramente effetti pesantissimi sulla popolazione sia in termini di cure sospese o non fornite sia in termini di aumento della mortalità.
Vorremmo ricordare a Zingaretti e D’Amato che mentre il coronavirus ha provocato 104 morti, rispetto all’ultimo anno disponibile (il 2017) nella ASL RM6 le cause di decesso principali sono le malattie del sistema circolatorio (1.737 decessi, il 34,6%), i tumori maligni (1.425 decessi, il 28,4%) e le malattie dell’apparato respiratorio (529 decessi, il 10,5%).
Secondo uno studio condotto dalla Società Italiana di Cardiologia (SIC) la mortalità per infarto è triplicata in Italia durante l’emergenza Covid. Gli esperti avvertono: “La sanità si è concentrata sulla pandemia e i cardiopatici hanno evitato gli ospedali per paura del contagio”.
Invece, personale e risorse finanziarie vengono impegnati dalla Regione Lazio per fare trecentomila test seriologici, la più grande ed inutile indagine di sieroprevalenza per scoprire che nel Lazio fortunatamente il coronovirus si è diffuso molto poco e che solo lo 0,5% della popolazione lo ha incontrato.
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Nella tabella seguente viene riportata la ripartizione dei contagi per singolo comune dei Castelli Romani e della Litoranea sulla base delle comunicazioni ufficiali delle autorità competenti.
Oggi sono guarite 24 persone a Frascati (+5), a Marino (+2), a Monte Porzio (+3), a Rocca di Papa (+14).
Gravissimo è il ritardo con cui la ASL RM6 comunica ai Sindaci le informazioni sulla diffusione del coronavirus nei Castelli Romani e Litoranea: ad oggi devono ancora essere comunicati 334 casi, di cui 47 decessi.
A causa di questo ritardo, per 12 comuni (Albano, Anzio, Ardea, Castel Gandolfo, Ciampino, Genzano, Grottaferrata, Lanuvio, Monte Porzio, Montecompatri, Nemi, Rocca di Papa) il numero dei casi pubblicati dal SERESMI (il Servizio Regionale per la Sorveglianza delle Malattie Infettive) è superiore al numero di casi comunicati dai Sindaci.
Inqualificabile il comportamento dei Sindaci di Albano (PD) e Castel Gandolfo (PD) che non comunicano ai cittadini neanche il numero dei concittadini che hanno sconfitto il coronavirus e sono guariti.
Per visualizzare la cartina per comune sulla diffusione del coronavirus nel Lazio, puoi fare click sul seguente link:
https://drive.google.com/open?id=1sI_jgUiLG9xh7GKQp5-W-_NV9tS7Z2Ne&usp=sharing
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