COPPIA APERTA, QUASI SPALANCATA AL TEATRO CIVICO DI ROCCA DI PAPA
Un tardo pomeriggio in questo 7 novembre, trascorso davanti al palcoscenico, seduta sulla poltroncina rossa: era ora! Finalmente il Teatro Civico di Rocca di Papa ha ripreso in pieno la Grande Stagione e oggi un pubblico attento e numeroso ha gustato una creazione di Dario Fo e Franca Rame scritta nel 1983. Un misto di prosa e musica, leggero e farsesco. Coppia aperta, quasi spalancata: una scenografia ridotta all’essenziale con scatole di cartone come arredo, ad accentrare sui personaggi l’attenzione degli spettatori. La trama, scritta allora a ruoli intrecciati da Fo e Rame – vale a dire che il copione femminile scritto da Dario e quello maschile da Franca – narra la storia di un matrimonio nel quale una coppia di coniugi vede una lei costretta ad accettare le infedeltà del marito, che imperterrito vive la sua vita di libertino, nonostante lei tenti e minacci il suicidio e viva in un costante stato di depressione, non accettando dall’uomo della sua vita “stima” e non amore. Finché lei non accetta la proposta dell’uomo che suggerisce di diventare una coppia aperta, sottintendendo in senso unilaterale la libertà di vivere storie extraconiugali solo da parte maschile.
Va in crisi il galletto in amore quando lei si lascia andare al grande passo e lo coinvolge, narrando particolari dell’uomo con il quale condivide la nuova avventura.
L’uomo aperto a nuove esperienze, non può accettare: tenta di riconquistare quel che ritiene essere “ suo “, minacciando gesti estremi e vivendo in modo conflittuale il paragone con l’amante molto più “interessante” socialmente e umanamente di lui.
Bravi gli attori Debora Caroscioli e Gianni Pontillo che in modo brioso e leggero hanno interpretato in due atti questa simpatica farsa nella quale emergono e fanno riflettere tutti i vecchi luoghi comuni, per cui nella coppia quello che tiene uniti è il possesso della donna da parte dell’uomo e il dovere della donna è la fedeltà.
Moderno ancora oggi, questo testo pur facendo riflettere sull’evoluzione dei costumi in questi ultimi quattro decenni nei quali, pur se la donna è molto più emancipata e libera, continua tuttavia, troppo spesso, a essere vittima di violenza fisica e psicologica.
Il teatro dev’essere anche questo: una fucina nella quale, oltre il divertimento, possano essere offerti agli spettatori stimoli e spunti di riflessione e di crescita positiva.
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