Coordinamento contro l'inceneritore di Albano
Siamo tuttavia consapevoli che l’iter di realizzazione di una simile opera potrebbe, per ragioni di cosiddetta ‘pubblica utilità’ andare anche in deroga agli strumenti urbanistici Ed è per questo che abbiamo appreso con sconcerto la notizia che il 24 giugno sarà presentata al Consiglio Regionale del Lazio una revisione del Piano Rifiuti che, guarda caso, contemplerà la presenza del famigerato quarto impianto di Albano.
Non più di sei mesi fa proprio il Consiglio Regionale si era espresso in materia, bocciando a stragrande maggioranza una mozione che impegnava il Commissario per i rifiuti ad introdurre nella previsione dei nuovi impianti proprio l’inceneritore di Albano. Ripresentare nuovamente questa opzione significa ignorare la volontà del Consiglio e pregiudicare la dignità dell’Istituzione Regionale che, giova ripeterlo, si è già espressa negativamente sull’inceneritore di Albano, opera peraltro giudicata incompatibile anche dagli uffici di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) della Regione.
La sospensione in autotutela della VIA, che noi riteniamo illegittima, e contro la quale presenteremo ricorso, e la riproposizione dell’opera al Consiglio Regionale del 24 ci sembrano far parte di un tentativo illegittimo di scavalcare le prerogative istituzionali del Consiglio Regionale e di ignorare le molte ragioni della cittadinanza dei Comuni dell’asse dell’Appia, che non vogliono vedere la loro terra impestata dai fumi di questo inutile ecomostro.
Per questo, sarà importante la presenza anche dei cittadini al Consiglio Regionale del 24 giugno, con una ferma e pacifica protesta popolare. Per far sentire la voce della gente dei Castelli Romani e per pretendere che la dignità delle istituzioni democratiche venga preservata.
Andrea Tupac Mollica e Claudio Fiorani del Coordinamento Contro l’Inceneritore di Albano
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