Convegno nazionale Compag 2020. “Il mondo produttivo alle prese con le politiche ambientali”
Convegno nazionale Compag 2020. “Il mondo produttivo alle prese con le politiche ambientali”: strategia ambientale Farm to Fork o un’agricoltura al bivio?
Bologna, 12 novembre 2020. Si è svolto oggi il convegno nazionale Compag intitolato “Il mondo produttivo alle prese con le politiche ambientali“. Causa restrizioni, l’atteso appuntamento annuale della Federazione Nazionale delle Rivendite Agrarie si è tenuto quest’anno in diretta streaming, così da consentire comunque agli interessati di assistere a questo momento di aggiornamento e condivisione. Incentrato sulla strategia ambientale lanciata dalla Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen alla fine del 2019, l’incontro ha affrontato le maggiori problematiche del mondo produttivo rispetto alle attuali politiche ambientali, dalla filiera del grano duro a quella del mais, alla strategia “farm to fork” nel contesto del sistema legislativo europeo.
L’incontro si è aperto con l’intervento del presidente di Compag, Fabio Manara, il quale ha sottolineato come gli “ambiziosissimi obiettivi della nuova PAC cambieranno le cose per gli agricoltori e per le rivendite agricole, ma soprattutto il modo stesso di fare agricoltura. Questi cambiamenti – dovuti principalmente agli andamenti dei mercati o a nuove normative – pongono certamente enormi sfide, ma anche delle grandi opportunità che dovremo saper cogliere. Spetta a noi decidere se limitarci a subirli o convertirli in un vantaggio”. Un esempio ci viene dalla realtà francese dove le rivendite agrarie hanno costituito consorzi di aggregazione pe contenere i costi amministrativi, organizzare dei sistemi comuni per la formazione dei tecnici e la realizzazione di sperimentazioni agronomiche, concordare politiche commerciali per evitare dispendiose e controproducenti campagna concorrenziali tra le singole rivendite. Un esempio di grande attualità per la realtà italiana che vede la costituzione di importanti strutture concorrenti molto organizzate.
È seguito un accurato confronto tra la situazione della filiera del grano duro e quella del mais a cura di Edoardo Musarò, (vice presidente Compag stoccaggio cereali): mentre la prima conta su un sistema già collaudato da diversi anni, un fondo ministeriale istituito nel 2016 e industrie di trasformazione attive da oltre 10 anni con contratti di filiera, per la seconda si tratta di un territorio del tutto nuovo e la mancanza di coordinazione che qui prevale comporta numerosi problemi la cui soluzione richiede l’attuazione di contratti tra imprese agricole e imprese di commercializzazione e stoccaggio. Compag ha prontamente fornito alla filiera il proprio supporto attraverso attività informative, di assistenza, di formazione e modelli di contratto.
“La strategia Farm to Fork (o F2F)” ha spiegato quindi il direttore Generale Compag Vittorio Ticchiati “rientra nel Green Deal intende promuovere la sostenibilità ambientale, migliorando così stili di vita, salute e ambiente. Come è noto, tra i suoi obiettivi strategici per il 2030 vi è la riduzione del 50% del rischio di agrofarmaci e antimicrobici, la riduzione del 20% del ricorso ai fertilizzanti e il potenziamento dell’agricoltura biologica del 25% entro il 2030. Anche secondo Ticchiati, si tratta di obiettivi molto ambiziosi, che rischiano di non risultare raggiungibili ma bisognerà attendere le indicazioni pratiche per il loro conseguimento per ora constatiamo le numerose contraddizioni, assieme ai rischi di eccessiva dipendenza dai sussidi che dovranno essere indirizzati a innescare meccanismi virtuosi di introduzione di nuove tecnologia e non “alla decrescita felice” o estensivazione delle produzioni. “L’agricoltura comunitaria si trova a un bivio” ha concluso il direttore di Compag “ma finché non saranno definiti dei regolamenti applicativi chiari e realistici, la strategia continuerà a essere una serie di enunciazioni con tante incongruenze e molti interrogativi”.
Sempre interessata a capire le eventuali soluzioni adottate da altri paesi europei agli stessi problemi, Compag ha invitato al convegno la sua controparte francese, la Fédération du Négoce Agricole, il cui direttore generale François Gibon ha offerto un utile contributo illustrando la posizione delle rivendite francesi rispetto alla politica francese (sempre più orientata al green) e segnalando la separazione tra consulenza e vendita, che in Francia si è già riusciti ad attuare.
La tavola rotonda dal titolo “La strategia della commissione UE: l’agricoltura nell’accordo europeo sull’ambiente” che si è svolta dopo gli interventi ha costituito un momento fondamentale di scambio e ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei principali settori coinvolti: Centro Consumatori Italia, Confagricoltura, Agrofarma, Federchimica e Compag.
In rappresentanza dei Consumatori, Rosario Trefiletti ha sottolineato che i cittadini oggi sono più consapevoli. Chiedono sicurezza e qualità delle produzioni (che implicano verifiche e controlli all’interno della filiera), ma c’è anche un problema quantitativo, di offerta di mercato e non si può risolvere solo con l’agricoltura biologica (che comporterebbe un aumento delle importazioni). La politica agricola europea, ha concluso il presidente del Centro Consumatori Italia, è basata anche sull’innovazione. Serve convergenza – non contrapposizione – tra chimica e produzione ma gli equilibri devono spostarsi più a favore dei cittadini che della grande distribuzione.
Matteo Lasagna, Vice Presidente di Confagricoltura, si è pronunciato a sfavore di alcuni aspetti della strategia F2F definendo preoccupante la richiesta di ridurre antibiotici e agrofarmaci. “Apprezziamo, invece, ha continuato Lasagna, le nuove tecniche di ibridazione perché ci permettono di avvicinarci a garantire la sostenibilità ambientale ed economica auspicate. Dobbiamo difenderci da un’importazione incontrollata di materie prime che entrano a far parte delle nostre filiere più importanti. La ricerca, la scienza e la tecnologia saranno sempre più al fianco di consumatori e agricoltori, ma dovremo riuscire a valorizzarle. La strategia Farm to Fork sarà una bellissima sfida per gli agricoltori e un distinguo per i paesi che non riconoscono le tecniche che agricoltori italiani ed europei stanno mettendo in campo”. Come Trefiletti, Lasagna ha esortato ad aumentare la capacità produttiva italiana riducendo le importazioni. Il settore del Bio per essere risposta adeguata deve, come le altre tecniche agricole, evolversi dotandosi di tecnologie e fare i conti con il mercato effettivo.
Secondo il direttore di Agrofarma Lorenzo Faregna, la strategia F2F non è da temere: essa ha favorito la convergenza di tutti gli attori della filiera sulla necessità di avere obiettivi comuni. Ora, però, va concertata la strada per raggiungerli. Inoltre, la chimica non è la causa dei problemi ma una parte essenziale della loro soluzione. Bisogna porre fine a questo atteggiamento di contrapposizione tra biologico e chimica e ragionare in un’ottica di sinergia dei vari modi di fare agricoltura. L’industria è pronta a raccogliere la sfida dello sviluppo sostenibile e della strategia F2F.
Fabio Manara ha concluso osservando che nessuno dei presenti è contrario agli obiettivi che trovano nella nuova PAC il principale strumento finanziario, preoccupano solo i tempi. L’innovazione tecnologica dell’industria deve essere trasmessa agli agricoltori. Non siamo preparati a separare la parte tecnica da quella di vendita, anche se capiamo che in futuro sarà necessario farlo. Condividiamo dunque l’obiettivo ma ci preoccupano le tempistiche considerate le problematiche che si stanno verificando che portano alle deroghe sull’uso degli agrofarmaci (il che vanifica o ritarda la questione). “Questo incontro vuole dare la possibilità alle nostre aziende di confrontarsi e capire l’evoluzione del mercato. Siamo di fronte a un grande cambiamento che VA CAVALCATO. Con questo convegno speriamo di aver dato delle indicazioni, motivi di riflessione e strumenti per innovarsi.”
Il mondo produttivo si trova di fronte a una sfida: accettare di diventare una mera attività assistita o ambire a diventare un sistema tecnologicamente avanzato ed efficiente, basato sulla ricerca? A noi la scelta.
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