Convegno mondiale della famiglia: il medio evo degli anni 2000
Il trascorrere del tempo non sempre è una evoluzione sociale. La predominanza della sola forza maschile (e non sempre) si propone come dominante nel prossimo futuro, lasciando alla componente femminile un’azione coadiuvante nel rapporto di coppia, con opportunità lavorative (solo se a scopo familiare) ma con presenza predominante nella permanenza casalinga.
Tutto il concetto si svolge sulla “composizione della famiglia”, una condizione istituzionale che non trova fondamenti su costituzioni naturali.
Innanzi tutto va chiarito che non esistono divieti nella costituzione di una famiglia tradizionale (personalmente sono sposato da 41 anni, ho due figli e due nipoti, semplicemente una nostra scelta), il complicato è interpretare l’unicità di questa istituzione, e la denigrazione di una composizione di vita diversa di quello che la nostra mente o la nostra cultura ci espone.
Le contrarietà si esprimono in considerazione dell’appartenenza socio-politica o perché partecipi di una confessione religiosa. Questa condizione dovrebbe indicare una espressione delle proprie idee (rispettabili socialmente), ma contestualmente rispettose delle libertà di tutti gli esseri Umani. La presunzione di essere la verità riscontra una superbia nella diversità sociale. La negazione di un diverso modo di essere sprona l’individuo verso l’omofobia ed il mancato riconoscimento dei diritti di convivenze diverse.
Nell’ambito del convegno si è sentito parlare di maggiori violenze fuori dalla famiglia tradizionale, eppure soprusi e femminicidio sono prerogativa assoluta proprio nelle famiglie tradizionali. La visione di una Donna indipendente, economicamente e mentalmente, risulta essere il “pericolo” per una famiglia in formato ordinario. Non siamo di fronte alla caccia alle streghe del medio evo, ma sostanzialmente al medio evo del 2000 nel racchiudere la donna ad incubatrice nel focolaio familiare. Le richieste di sostegno alla famiglia, sono indirizzate principalmente alla procreazione di figli accuditi nel tempo dalla donna, ponendo in secondo piano la volontà della donna che si pone, per diritto e doveri, sullo stesso piano dei maschi. Per esprimere un concetto semplice la donna nel focolaio domestico e il maschio dedito al sostentamento della casa.
Molti personaggi sono passati nel palco della conferenza. Sentire spiegare la vita familiare da prelati è una sorpresa, non riguardo il credo religioso e l’indicazione di una famiglia Cristiana, bensì per il complesso di una vita di coppia (non un giorno ma decenni) con le problematiche di vita familiari, nel rapporto, economiche e sociali. Contrariamente condivido (sono un maschio) la proiezione di famiglia indicata da Salvini, cambiare moglie, lasciando il figlio in custodia alla moglie, e saltare periodicamente da una compagna ad un’altra in pochi mesi, questa la “famiglia del futuro”, parole di Salvini. I politici non hanno perso occasione nel calpestare un palco ed una visibilità mediatica, pronti a sponsorizzare qualsiasi evento, anche non pienamente condiviso, ma utile alla conquista di apprezzamento e voto politico.
La famiglia è e resta una contradizione sociale, fuori dai contesti religiosi per coloro che ci si riconoscono, dove le separazioni e le violenze trovano terreno fertile in tutti i campi. Prima di qualsiasi istituzione, acquista valore la scelta e il reciproco rispetto che la vita di coppia pretende dal rapporto Umano.
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