Contrazioni economiche nell’orizzonte
La previsione di una stima al ribasso del 25% degli impieghi è il dato che occupa parte del dossier, stima di scadenti previsioni di crescita. Anzi, in molti casi, che si attestano intorno ad un 7%, si profila per gli imprenditori la possibilità di chiusure, cessazioni o vendite delle attività, e solo una minima percentuale intorno alla media del 3.5%, prevede piani di riordino, innovazione e commerci internazionali. Il dato che chiudeva il 2012 a livello regionale era di un -1% riguardo alla contrazione del credito per le imprese laziali, ad un aumento del 529% del ricorso alla cassa integrazione nel quinquennio 2007-2012, e di un semplice 0.7% di aumento del numero di imprese nella regione durante l’anno che si è chiuso. D’altro canto, sul lato dei consumatori laziali, uno studio realizzato dal centro studi Eures, per conto della CGIL, stima che negli ultimi tempi, il 47.5% della popolazione regionale è stata costretta negli ultimi tre anni a rivedere in maniera consistente i consumi. Dall’analisi emerge che i cittadini laziali preferiscono comprare preferibilmente lo stretto necessario e con maggior frequenza nei periodi di saldi, oppure in outlet ed ipermercati; solo un restante 4% rimane fedele al negozio di fiducia. D’altra parte cresce il mercato dell’usato; si attesta intorno al 50% la media dei cittadini che si affaccia, tra frequenze quotidiane, un 5%, saltuarie, un 19.4%, occasionali, un 28.7%, alle compravendite di prodotti usati, che vanno dai beni personali agli oggetti e beni di consumo più considerevoli, come auto, mobili, accessori per lavoro e casalinghi.
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