CONFERENZA SUL NUOVO VOCABOLARIO ‘DI GENERE’ DELLA TRECCANI
Interessante e partecipato l’evento svoltosi il 23 novembre nella Biblioteca Comunale di Rocca di Papa a cura dell’Associazione l’Osservatorio: al tavolo dei relatori Maria Fondi e Iolanda D’Aiuto ideatrice dell’incontro, con la partecipazione di Massimo Onesti nelle vesti di lettore.
L’occasione ha anticipato al 23 novembre (anziché 25) le attività programmate per la Giornata contro la violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999, attraverso la risoluzione 54/134: propizie e ben organizzate, l’analisi e riflessione a cura della dott.ssa D’Aiuto sulle novità che il nuovo Vocabolario Treccani inserisce nell’ordine delle voci costituite da sostantivi femminili e maschili.
Un bel cambiamento, rispetto al passato: si tratta di una crescita, una considerazione contro la disparità di genere, con conseguente sensibilizzazione verso un condiviso atteggiamento che persegue una democratica convivenza, tradotta in rispetto, conoscenza, consapevolezza di un equilibrio sintetizzato in un unico sostantivo: persona.
Dietro alcune parole c’è violenza, ha sottolineato nella sua riflessione la relatrice e non tutti hanno la sensibilità di sentire quanto peso possano avere termini, definizioni, sinomimi, insomma le parole stesse.
Inizialmente, continua, il nuovo dizionario non è stato accolto benevolmente: c’è stato chi ha associato in modo anche volgare il nome della prestigiosa Enciclopedia declinandola al femminile, atteggiamento che dice lunga sulla via ancora impervia da percorrere per raggiungere una vera parità di genere anche linguistica, ma anche la correttezza espressiva nei confronti dell’universo femminile.
Anche nella lingua, anzi, soprattutto nella lingua si persegue l’obiettivo di riconoscere e dare dignità a una società che si evolve e nel rispetto, nell’uguaglianza, nell’abolizione di stereotipi e pregiudizi di ogni “genere” – proprio il caso di usare questo sostantivo! – insegue una nuova visione di una società in costante evoluzione.
Interessante il dibattito che ne è seguito, i versi letti durante la serata, gli interventi: un vero coinvolgimento che Maria Fondi ha ben saputo coordinare, offrendo anche letture e spunti di ulteriore riflessione. Proprio quest’ultimo sostantivo è la giusta descrizione che riguarda l’obiettivo primario dell’interessante serata, durante la quale è emersa anche la forte resistenza che sia le donne che gli uomini hanno posto alla versione femminile di alcuni termini, quasi fosse un maggior prestigio usare anche per l’altra metà del cielo, la versione al maschile.
Un cambiamento che deve portare le nuove generazioni ad acquisire e consolidare una profonda consapevole accettazione che il rispetto non è solo “parola”, ma significato e significante, in grado di promuovere con l’educazione e l’istruzione, una sempre più avanzata e inarrestabile convivenza democratica e paritaria, attraverso una reale dignità linguistica.
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