Concerto natalizio della Compagnia dei Musici
I maestri Mario Alberti (flauto), Patrizia Servida (pianoforte) e Franco Menichelli (chitarra) hanno eseguito pieces di Allevi, Bach, Piazzolla, Galliano, Albenitz, Morricone, Pachelbel, Albinoni, Beethoven, per terminare con l’Ave Maria di Schubert; omaggio natalizio e augurio per il nuovo anno, al folto pubblico presente nella cappella, che con un’ovazione ha manifestato l’apprezzamento per le musiche, che hanno suscitato in ognuno intense emozioni. All’inizio della performance Mario Alberti, per sottolineare la bellezza artistica della Cappella del Gonfalone, ha letto l’articolo 9 della Costituzione Italiana nel quale «la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». I brani sono stati raramente commentati da Alberti, come invece, è solito fare durante i concerti, «solo perché temevo di sforare con i tempi», chiosa «in fondo non si può tenere alta l’attenzione del pubblico per oltre un’ora e mezza». Gli chiedo come è nata l’idea di formare la Compagnia dei Musici e lui mi risponde che «non si tratta di una compagnia stabile, ma i suoi elementi possono aumentare a seconda del concerto da eseguire. Siamo arrivati fino ad un gruppo di cinque musicisti e otto danzatrici. Le persone si scelgono in base alla loro professionalità e ai programmi che ci vengono richiesti. La scaletta è stata particolare in quanto i brani selezionati erano adatti sia al luogo, ossia la Cappella del Gonfalone, sia all’atmosfera natalizia e attraverso i tanghi abbiamo fatto percepire la spiritualità della musica». Patrizia Servida si è invece soffermata su un altro aspetto della Compagnia «l’intesa che il nostro gruppo ha con Mario e Franco nel ‘sentire’ i brani è ormai così forte», chiarisce «che ci meravigliamo noi stessi, non tanto della buona riuscita dei pezzi, i quali potrebbero senz’altro essere perfezionati, quanto della sintonia dell’espressione che in noi suscita il brano stesso, come se la musica portasse già in sé la sua specifica personalità e noi fossimo soltanto semplici canali di esecuzione. Stavolta siamo stati catturati in modo particolare dai tanghi di Piazzolla e Galliano che con la loro contraddizione sanno esprimere allo stesso tempo luci e ombre, incanto e realtà, delirio, apatia, odio e amore». Il Presidente dell’Accademia Castrimeniense Mario Franceschini ha infine salutato il pubblico con un affettuoso augurio di buon anno.
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