Comunicazione culturale aperta
Comunicazione culturale aperta
“Noi dovremmo occupaci solo di compiere azioni consone e giuste senza considerare l’uso buono o cattivo che ne deriva.. “ (Saul Arpino)
Debbo confessarvi che proprio nelle Marche, ed esattamente nella Borgata Santa Felicita di Falerone (Ascoli Piceno), festeggiai per la prima volta della mia vita il rito del momento magico dell’incontro fra le forze del mondo sottostante e quello di sopra. La cosa avvenne circa 60 anni fa, quando ancora ragazzino, fui iniziato ai misteri della magia popolare. Alcuni contadini, quella sera mi insegnarono a scavare una zucca, ad intagliare occhi naso e bocca, e a sistemarla in un crocicchio di campagna con una candela accesa dentro… “per esorcizzare gli spiriti maligni” dissero… Sembrava un gioco, una sceneggiata simile alla costruzione di uno spaventapasseri… (altra componente misterica del mio risiedere nel mondo contadino marchigiano) ma le radici di quel gioco erano molto antiche ed il significato ben diverso da quello che io allora riuscivo a percepire…
In fondo anche uno spaventapasseri è un “emblema” ed il suo scopo non è solo quello di tener lontani gli uccelletti… Uno spaventapasseri è l’elemento che sancisce l’uso, il possesso e la protezione magica di un campo, un feticcio ricoperto degli abiti rattoppati e sporchi del lavoro sui campi, la coscienza di quel lavoro è vera immagine e diviene anche “forma” magica. Non sono solo i passeri ad essere intimoriti da quella presenza scaramantica… ma anche la grandine, i ladri, gli animali selvatici (una delle consuetudini contadine per rendere più credibile lo spaventapasseri è quella di pisciarci sopra… il miglior metodo marcatore di possesso del territorio).
Ma torniamo alla zucca scolpita ed al mistero del 31 ottobre… Sapete bene che sino a pochi anni fa non esisteva più nessuna consuetudine in Italia per questa celebrazione del 31 ottobre… C’era solo un vago ricordo di un qualcosa che fu… Ad esempio a Calcata si raccontava che in quella notte… Ma andiamo per ordine….
Conservo ancora i trafiletti di giornale (Il Messaggero, La Repubblica ed altri) in cui si annunciava: “Calcata 31 ottobre, il Circolo Vegetariano VV.TT. organizza una festa denominata Halloween…”. Correva l’anno 1994 ed era la prima edizione della manifestazione che intendeva riportare l’attenzione su un particolare momento magico dell’anno, quello a cavallo fra la vigilia di Ognissanti ed il giorno dei morti.
L’evento si rifaceva all’antica tradizione pagana in cui è detto che in questo periodo “si apre una finestra fra la vita e la morte, fra la morte e la rinascita”. Il rito era conosciuto nell’antichità remota ed anche nel medio evo, ed infatti come spesso è successo con tante feste pagane, riconosciute poi nel cristianesimo, Ognissanti e la ricorrenza dei defunti cade proprio in questo periodo. A Calcata c’era la tradizione contadina di festeggiare un sabbat la notte del 31 ottobre (che tra l’altro fu oggetto di una mostra di foto e di racconti registrati da Luca Nemiz tenuta nella vecchia sede del Circolo VV.TT. dal titolo “Sabbat”). Si narra che le streghe da tutta Europa si dessero appuntamento su Narce (la collina in cui originariamente insisteva Calcata) è lì compissero i loro cerimoniali magici per agevolare la fecondazione e la conservazione dei semi nella terra.
In America, paese un po’ naive, si era conservata questa data che era stata però trasformata in una festa per bambini, in cui ci si veste da streghe e spettri. Questa “sceneggiata mascherata” venne chiamata Halloween, che è una storpiatura di All Saints Eve.
Siccome l’antica tradizione della vigilia d’Ognissanti in Italia era scomparsa completamente pensai di rinverdirla, memore forse delle mie trascorse avventure marchigiane, ed approfittando dell’allora semisconosciuta “Halloween”, nel 1994 a Calcata rilanciai l’idea della festa, coinvolgendo i bambini delle elementari ed un mago chiamato appositamente per creare l’atmosfera (la cosa fu organizzata con l’ausilio di Luciano Poggialini). Ricordo ancora, in uno di quei primi rifacimenti “magici”, la coralità della partecipazione popolare, pur in una decenza e poesia…
Purtroppo la festa di Halloween è andata vieppiù deteriorando e non è rimasta così poetica.. diventando pian piano un inno consumista e ridanciano con musicacce, plastica, birra e quant’altro… Pazienza…
Quest’anno quindi ho deciso di non organizzare alcun incontro a Treia, per la vigilia d’Ognissanti, mi limiterò a partecipare all’evento organizzato a Macerata dall’Auser, il 30 ottobre 2018, dal titolo “Orti, esperienze di socializzazione”. Trattasi di un concorso letterario in cui si parla dell’esperienza fatta negli orti urbani a cui anche Caterina ed io abbiamo partecipato.
Paolo D’Arpini
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