Comunicato sulla repressione e gli “errori” del TAR
Il TAR ha respinto la richiesta di “sospensiva” riguardante il “foglio di via” dal comune di Albano che il questore di Roma aveva emesso ad agosto nei confronti di un compagno attivo nella lotta contro la riapertura della discarica di Roncigliano.
Nonostante il provvedimento repressivo scadrà a breve, sarà presentata istanza per chiedere un giudizio “di merito” che speriamo ribalti quanto dichiarato dal questore.
In questi mesi in cui la lotta non si è mai fermata, il presidio è andato avanti e più volte è stata bloccata la via Ardeatina con i suoi tir carichi di immondizia che stanno rapidamente riempiendo la discarica.
Facciamo notare inoltre che data la pericolosità delle manovre dei camion è la stessa polizia che fa “blocco stradale” perché chiude alla circolazione l’Ardeatina fermando le automobili dei pendolari in transito.
La restrizione della libertà personale verso il nostro compagno ha il sapore del “colpirne uno per educarne cento” ma se fosse questo l’intento è già fallito, causando però problemi a chi lo sta subendo.
Forse è stato colpito proprio perché si tratta di un lavoratore attivo anche nelle lotte contro le cementificazioni, l’inquinamento aereo, per una scuola e una sanità pubbliche che siano adeguate alle esigenze di tutti/e.
Il questore aveva emesso l’ordinanza non trovando su di lui nessun “precedente penale” a cui appigliarsi ma descrivendolo comunque come “soggetto dedito ad azioni delittuose”,le quali però semplicemente non esistono.
Il TAR ha fatto addirittura di peggio.
Infatti ha parlato di “precedenti penali che pure sussistono e sono specifici”, dichiarando così il falso e ha pure scritto che il nostro compagno lavora a Ciampino ignorando la documentazione che attesta le sue necessità lavorative ad Albano e in altri comuni limitrofi.
Ha poi completato la sua “opera” affermando che il destinatario del provvedimento dovrà chiedere l’autorizzazione al questore per recarsi al lavoro a Marino, confondendo così il suo comune di residenza con quello in realtà da cui deve tenersi lontano (Albano).
E’ grave che il provvedimento sia quindi ancora in vigore e reclamiamo la massima libertà per chiunque lotti nelle vertenze territoriali.
Se è un reato bloccare dei TIR che stanno sversando migliaia di tonnellate di rifiuti inquinando il territorio e facendo danni alla salute delle popolazioni che vivono nelle vicinanze, possiamo ritenerci tutti/e colpevoli.
Quanto lo sono invece coloro i/le quali hanno autorizzato questo scempio ambientale e sanitario ?
Siamo solidali con chi da 5 mesi sta pagando quello che sarebbe potuto capitare ad ognuno/a di noi ogni volta che presidiando la discarica ci siamo frapposti coi nostri corpi all’ingresso dei tir carichi di rifiuti.
La vera notizia che vogliamo comunicare è quella che il destinatario del foglio di via non ha mai smesso di partecipare alle iniziative per la chiusura della discarica che si svolgono anche in altri paesi dei Castelli e a Roma. Già questa rende di fatto inefficace l’idea di spaventare lui e tutti/e noi.
Il problema non è chi blocca i tir ma chi ce li manda.
Chi semina monnezza, raccoglie rivolta!
Albano, 24 gennaio 2022
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