Comunicare, che “impresa”
La comunicazione gioca un ruolo determinante nella nostra società fatta di persone indaffarate servilmente, non pensanti, bisognose di distrazione, divertimento e di qualcuno che gli indichi una strada da seguire, una guida carismatica… e i media conoscono il potere del ruolo che rivestono; sanno che le parole possono essere messaggere di libertà così come possono schiavizzare e omologare chi non le sa gestire ed interpretare nel giusto modo, tanto da generare una decodifica aberrante. Le parole, così come tutto il macchinoso sistema dei mass media e dell’infotainment, sono, metaforicamente parlando, paragonabili all’acqua: un elemento vitale, purificatore ed essenziale ma allo stesso tempo forza dirompente e distruttrice capace anche di uccidere.
E chi gestisce questo grande potere lo vuole custodire gelosamente, non vuole che altri eletti entrino a far parte della casta, tanto che il buon Vespa, in una puntata di Porta a Porta, arriva al punto di invitare gli studenti liceali a non iscriversi più a Scienze della Comunicazione. 1984, Orwell ci aveva avvertiti. Decenni dopo Pasolini aveva chiarito i dettagli su come sarebbe accaduto. Niente, malgrado tutto non siamo stati capaci di capire che esiste un filo molto sottile che si interpone tra l’informazione e la mistificazione. I telegiornali, i programmi di divertimento e ‘spensierati’ mascherati da servizi di informazione. La verità non ha niente a che vedere con lo spettacolo e la propaganda politica. Come affermava Orwell: «La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire. Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario.» Analizzare una notizia nei dettagli è l’unica arma contro il potere persuasivo della “banale” scatola a colori. Ma ognuno è talmente impegnato a guardare il proprio giardino a tal punto che il sistema riesce “sistematicamente” ad ingannarlo con un monopolio informativo orientato al pensiero unico. Veline, quiz, fiction, reality e talk show vengono ideati, realizzati e trasmessi al fine di distrarre il pubblico da una realtà vergognosa e ben più complessa di quello che in tal modo appare.
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