COMUNE DI GROTTAFERRATA: ANNO NUOVO, PROBLEMI VECCHI. E PESANTI INTERROGATIVI!
L’Albo Pretorio on line è di nuovo inaccessibile. Nel frattempo si vorrebbero abbattere 13 cipressi secolari, con un’Ordinanza del 28 dicembre 2018, scaturita da altro provvedimento i cui contenuti sono ignoti a causa del blocco dell’Albo Pretorio.
Secondo giorno del nuovo anno e l’Albo Pretorio on line comunale è nuovamente inaccessibile (ricordo, tra gli altri, i blackout estivi, specie nel periodo agosto-ottobre 2018, durante il quale la pubblicazione degli atti amministrativi si è, di fatto, interrotta).
Problema antico che si ripete sistematicamente, nonostante gli annunci sensazionalistici sul nuovo sito web comunale (un labirinto fatto coi piedi, anche in termini di grafica, dove trovare atti e notizie è impresa pressoché ardua, quando addirittura impossibile). Il tutto, come sempre, nell’indifferenza generale di uffici ed amministratori.
La “scoperta” (non nuova, come detto) il 2 gennaio, cercando sul sito web comunale il “dispositivo dirigenziale” prot. n. 48138 del 27 dicembre 2018 da cui è scaturita l’Ordinanza 182 prot. n. 48186 del 28 dicembre 2018, che disciplina l’abbattimento di 13 cipressi secolari, ubicati nel cortile esterno all’istituto comprensivo “G. Falcone”, nell’area centrale di Via Garibaldi e dintorni, da effettuare nel periodo 2-4 gennaio, ossia a partire da oggi.
Alcuni Cittadini, allarmati per i contenuti dell’Ordinanza e dei divieti di sosta affissi nell’area oggetto dell’intervento, avevano sollevato il problema e la notizia si era diffusa il 31 dicembre, grazie ad un articolo di stampa.
Tranne il comunicato di un gruppo consiliare di minoranza, che dichiara di aver chiesto al Sindaco la sospensione degli abbattimenti, in attesa di chiarire i termini della questione, non risultano interventi di attori istituzionali, associazioni (neppure quelle ambientaliste) o altri sodalizi impegnati.
E nessuno è tantomeno intervenuto sul nuovo blackout dell’Albo Pretorio on line.
Ma non è tutto: nell’area interessata dai lavori di abbattimento dei cipressi, sembra fosse presente personale del Servizio Giardini comunale, unitamente ad operai della Ditta incaricata di eseguire l’intervento. E alle domande di alcuni residenti, qualcuno avrebbe risposto che si stavano eseguendo potature e non abbattimenti (come poi è effettivamente successo, almeno nella giornata odierna).
Ove così fosse, inevitabile chiedersi perché i giardinieri comunali erano sul posto? Perché L’Ordinanza n. 182 del 28 dicembre menziona soltanto la Ditta privata esecutrice dell’intervento e prevede espressamente l’abbattimento di 13 cipressi, mentre per ora sarebbero state eseguite solo potature? É stata emanata una successiva Ordinanza che modifica la tipologia dell’intervento? A firma di chi? L’eventuale ulteriore atto è consultabile? Dove?
Silenzio e complice omertà (oltre ad una palese ambiguità), tranne l’estemporanea dichiarazione del gruppo consiliare di minoranza che, tuttavia, è giunta solo dopo l’articolo di stampa che ha sollevato l’attenzione sulla questione. Dichiarazione, peraltro, che non fa alcun cenno all’ennesimo blackout dell’Albo Pretorio on line ed alle molte “stranezze” della vicenda.
Il comportamento di Sindaco, Giunta e quasi totalità dei Consiglieri comunali, purtroppo, non sorprende. Tuttavia alcune riflessioni s’impongono.
La Giunta Andreotti si è distinta per l’elevato numero di alberi abbattuti (oltre 100). Chiaramente non sono in discussione gli interventi finalizzati a garantire l’incolumità pubblica o il mantenimento del decoro delle aree verdi comunali. Ciò, anche in relazione ai crescenti e violenti fenomeni meteorologici, che possono provocare, come recentemente accaduto, la caduta rovinosa di alberi causando in alcuni casi perdite umane.
Infatti, l’abbattimento di un albero, tanto sul suolo pubblico che su quello privato, va ampiamente motivato e dev’essere preventivamente autorizzato, come dispone la normativa in materia (tra cui la L. n. 10/2013, che ha definito caratteristiche e preservazione dei cd. “alberi monumentali”, e la L. n. 113/1992 che prevede un albero da piantare per ogni neonato, nei Comuni sopra i 15.000 abitanti).
E dovrebbe esistere anche un Regolamento comunale del verde per recepire ed armonizzare le norme vigenti, prescrivendo l’eventuale sostituzione degli alberi abbattuti che, almeno in prospettiva di medio lungo-termine, pareggi la massa a verde rimossa.
Quello che, per quanto è dato conoscere, esiste è la Delibera di Giunta n. 38 del 24 marzo 2015 (“Approvazione Piano del censimento delle alberature comunali”), con cui la Giunta Fontana approvò la Relazione acquisita al prot. n. 32231 del 23 settembre 2014, prodotta da agronomo appositamente incaricato con Determina dirigenziale n. 616 del 30 dicembre 2010 (relazione composta da 3 Elaborati: 1) Relazione Tecnica; 2) Schede del Censimento; 3) schede di 98 alberature da abbattere in conseguenza di conclamate fitopatologie oltre all’indicazione di numerose alberature bisognevoli di potatura).
Alla Delibera fece seguito, in data 3 dicembre 2015, apposito sopralluogo effettuato dall’Ufficio tecnico comunale ai fini della verifica della corrispondenza dei luoghi indicati nella relazione.
E da tale procedura, emerse che all’interno della Scuola “Falcone” un solo albero era destinato all’abbattimento, classificato col numero 983, mentre altri quattro alberi dovevano essere potati, classificati coi numeri 850, 860, 864 ed 866.
Il Sindaco, in uno degli ultimi Consigli comunali, ha fatto cenno alla relazione di un agronomo che prevedrebbe l’abbattimento di almeno 150 alberi. Il 27 dicembre scorso si sarebbe svolta una Commissione Urbanistica (o Lavori Pubblici, o entrambe congiunte), durante la quale sarebbe intervenuto anche l’agronomo autore dell’ultima relazione tecnica da cui deriverebbe l’abbattimento dei 13 cipressi. Quest’ultima relazione, farebbe seguito ad altra relazione commissionata a diverso agronomo, che nel febbraio 2018 avrebbe sostanzialmente confermato la necessità di abbattere un cipresso e potarne altri quattro, come già indicato dall’altro agronomo nel 2014.
Pare, inoltre, che alla base della decisione di abbattere i 13 cipressi, vi sarebbero anche le richieste di alcuni genitori di alunni frequentanti l’Istituto “Falcone”, i quali lamenterebbero che i cipressi occupano spazi utili per l’attività scolastica e, pertanto, andrebbero eliminati.
Il condizionale è d’obbligo, non essendo stato pubblicato (tanto per cambiare) il Verbale della riunione di Commissione sul sito web comunale. Tuttavia, le affermazioni del gruppo di minoranza, intervenuto sull’ipotesi di abbattimento dei cipressi, sembrano confermare quanto potrebbe essere emerso in Commissione il 27 dicembre.
Nell’articolo si dichiara (testuale) che vi sarebbe “…un’ultima Perizia tecnica di verifica su alberature comunali, richiesta ad un perito agrario, nonostante l’amministrazione disponga già di una completa e approfondita Relazione tecnica redatta da un dottore agronomo, con annesso Piano di gestione del verde verticale ornamentale, aggiornata al febbraio 2018…” soggiungendo inoltre che “…i due documenti giungono a conclusioni totalmente contrastanti, quindi devono essere necessariamente confrontati per capire quali siano le valutazioni corrette, viste le spese sostenute per le relazioni tecniche già a patrimonio comunale…”
Le dichiarazioni del Sindaco, l’esito della Commissione e le affermazioni del gruppo di minoranza, oltre ciò che si conosce ed ai recenti avvenimenti, pongono ulteriori gravi interrogativi, anche in considerazione del fatto che, come più volte dichiarato dall’insediamento, l’Amministrazione comunale intenderebbe cedere l’intera superficie dove sorge l’Istituto “Falcone”, verosimilmente per l’ennesimo intervento cementificatorio, vaticinando la realizzazione di un nuovo plesso scolastico in altra zona della Città (ovviamente tempi, modalità e dettagli dell’“operazione” sono ignoti).
Al riguardo, quale Consigliere comunale di minoranza all’epoca, ricordo una proposta che emerse durante la Giunta Viticchiè: cessione a privati dell’intera area dell’ex Istituto “Sacro Cuore” (oggi Falcone), attraverso una cd. “Società di Trasformazione Urbana” (STU), quale supporto dell’attuazione di specifico strumento urbanistico (project financing). L’ipotesi edificatoria al centro di Grottaferrata, con indice massimo di edificabilità (tuttora previsto dal vigente PRG), non si concretizzò anche per la prematura conclusione dell’Amministrazione comunale, commissariata nel giugno 2004.
Tornando all’oggi, l’abbattimento dei 13 cipressi, se portato a termine e secondo le motivazioni dell’ultima relazione dell’agronomo incaricato, libererebbe anche spazio agli alunni ma potrebbe pure ridurre i costi di intervento sull’area dell’Istituto “Falcone”, in caso di futura diversa destinazione d’uso, laddove le intenzioni della Giunta fossero realizzate.
Parafrasando un noto politico del passato, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina. Ovviamente, nell’interesse della Città, spero di sbagliarmi. Anzi, vorrei esserne certo.
Ciò detto restano i fatti. E sarebbe interessante conoscere, tra l’altro, i costi delle due relazioni di agronomi commissionate dopo quella approvata con Delibera di Giunta n. 38/2015, i motivi per cui sono state chieste e, soprattutto, se i due agronomi incaricati, l’ultimo in particolare, erano a conoscenza dei preesistenti documenti (pare, infatti, che durante la Commissione del 27 dicembre scorso, l’agronomo autore dell’ultimo screening sulle essenze arboree comunali, abbia dichiarato di non conoscere i contenuti delle precedenti relazioni; se fosse così, sarebbe davvero grave, per tutta una serie di motivi facilmente intuibili; magari i Consiglieri commissari avranno la bontà di informare meglio la Cittadinanza).
Ultima considerazione: come accennato, l’Ordinanza che disciplina l’abbattimento dei cipressi è del 28 dicembre 2018 e fa riferimento ad un dispositivo dirigenziale prot. n. 48138 del 27 dicembre, nel quale si dispone e si motiva l’intervento; l’impossibilità di accedere all’Albo Pretorio impedisce di consultare il provvedimento del 27 dicembre e, quindi, non si possono conoscere i motivi che hanno determinato l’abbattimento dei cipressi secolari. Di conseguenza, i possibili ricorsi al TAR ed al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, contro l’abbattimento dei cipressi, previsti per legge nei 60 giorni dalla pubblicazione dell’atto come indicato nell’Ordinanza 182, sono impediti dalla mancata consultazione del dispositivo dirigenziale da cui essa scaturisce (questa la “grande trasparenza” ed il “rispetto” delle norme di legge sull’accesso agli atti e la consultazione degli stessi, “attuata” dall’Amministrazione in carica).
Conclusioni: l’opacità della Giunta Andreotti prosegue; le ambiguità aumentano; 13 cipressi secolari potrebbero essere abbattuti e non si riesce a sapere perché; l’Albo Pretorio on line resta inaccessibile; censurabile il (solito) silenzio del Sindaco, degli Assessori e degli altri Consiglieri comunali, in presenza di confusione e generale disinformazione.
Solo per fare un parallelo: nel 2016, durante la mia sindacatura, si stava valutando di abbattere uno dei due pini all’inizio di Corso del Popolo, che causava il progressivo dissesto del marciapiedi e della strada, creando pericolo per i pedoni e le autovetture in transito. Nessuna decisione era stata ancora presa ma vi furono ugualmente “sollevamenti di popolo”, poesie di addio dedicate al “povero pino” e quant’altro. In seguito, durante la gestione commissariale, il pino fu abbattuto, nell’assordante silenzio che, come dimostrano sostanzialmente i fatti odierni, oramai è divenuto consuetudine.
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