Come l’Intelligenza Artificiale ridisegna il mondo del lavoro aprendo nuove opportunità
Dai Graphic Designer ai medici, ai parrucchieri: come l’Intelligenza Artificiale ridisegna il mondo del lavoro aprendo nuove opportunità
AppLavoro presenta i risultati di una ricerca. Grazie all’Intelligenza Artificiale, al lavoro ibrido e al telelavoro, la digitalizzazione dei settori produttivi italiani è sempre più un fenomeno trasversale, abbatte tempi e costi, aumenta la produttività e moltiplica le opportunità professionali in tutti i settori.
Il mercato del lavoro in Italia, in questo momento, tra crisi e nuove opportunità è in trasformazione. A influenzare l’andamento generale è la ricerca di nuove e vecchie professionalità, alcune legate alla diffusione dell’intelligenza artificiale, altre al lavoro fisico, in presenza, in tutti quei settori in cui il contatto umano è ancora considerato un elemento fondamentale, soprattutto se parliamo delle professioni sanitarie e del settore dei servizi alla persona.
In un mondo velocemente trasformato dalla digitalizzazione, emergono delle novità riguardanti l’introduzione delle nuove tecnologie in settori professionali precedentemente considerati “tradizionali”. AppLavoro, il portale per la ricerca e l’offerta occupazionale in Italia, ha voluto approfondire alcuni aspetti di questi mutamenti in atto, tirando le somme di quel che sta accadendo in Italia e agli iscritti al proprio portale nell’ultimo anno.
In generale, nell’aria c’è una preoccupazione: strumenti come ChatGPT e simili “ruberanno” il posto di lavoro alle persone?
Intanto, diamo delle buone notizie: secondo i dati dell’Istat, nell’ultimo trimestre del 2023 il livello occupazionale italiano si è attestato al 61,8% e il numero degli occupati a ottobre dello scorso anno, rispetto allo stesso mese del 2022, è cresciuto un po’ più del 2%.
La flessibilità introdotta dallo smart working in era pandemica ha già prodotto buoni frutti, sia in termini di work and life balance sia di moltiplicazione delle opportunità professionali.
Secondo i dati raccolti, tra i propri iscritti, 1/3 degli utenti di AppLavoro è costituito da personale già impegnato ma ancora attivo nella ricerca lavorativa, dunque orientato verso la possibilità di lasciare l’impiego attuale, soprattutto se temporaneo o svolto a tempo parziale, per svolgerne uno più vicino alle proprie competenze, agli interessi e alle personali aspettative economiche. In alternativa, vorrebbe svolgere una seconda attività, da affiancare al lavoro principale, in forma occasionale, autonoma o a tempo parziale, nei ritagli di tempo, visto che lo smart working velocizzerebbe i processi produttivi e, di fatto, dal 2020 abbatte i tempi necessari per gli spostamenti fisici dei lavoratori.
Dall’analisi condotta studiando i profili di lavoratori e aziende è emerso che le competenze digitali investano ormai i settori produttivi in modo trasversale.
Nel 2023, tra le professioni più richieste dalle aziende iscritte ad AppLavoro compaiono: insegnanti, operatori di call center, software developer, sviluppatori, contabili, consulenti commerciali, personale di segreteria, architetti, grafici e designer, ovvero, professioni che da tempo è possibile svolgere da remoto e dal proprio domicilio.
Accanto a queste, resistono quei mestieri che richiedono un apporto umano diretto maggiore, ad esempio, le aziende inserite nel settore della produzione e dell’artigianato. Quelle iscritte ad AppLavoro sono il 18% del totale e le più attive nella ricerca di personale nel 2023. Seguono le imprese che impiegano personale amministrativo e di segreteria (16%), del commercio (13,25%), della logistica e dei trasporti (6,6%).
Tutti questi comparti prevedono ormai mansioni facilmente attuabili su base ibrida, ossia svolte dall’uomo con l’ausilio delle nuove tecnologie, soprattutto per le attività di ideazione, pianificazione, coordinamento delle operazioni e la gestione dei dati.
La tecnologia e l’intelligenza artificiale sono al servizio della creatività, non solo di architetti, grafici e designer (che costituiscono l’1,3% dei professionisti iscritti ad AppLavoro), ma anche di parrucchieri ed estetisti (il 2%), con app dedicate alla prenotazione a distanza o software capaci di mostrare in anteprima ai clienti quale sarà il risultato finale di trucco, acconciature e trattamenti di bellezza.
Per quel che riguarda l’ambito della medicina e della salute, sappiamo (dai dati forniti dall’Osservatorio della Sanità Digitale del Politecnico di Milano) che, dopo l’esperienza della telemedicina in era Covid, otto medici su dieci si dicono interessati all’utilizzo della televisita e del telemonitoraggio di pazienti o persone anziane, mentre il 47% dei medici specialisti e il 39% dei medici di medicina generale in Italia utilizza attualmente il teleconsulto. Il 6,25% dei lavoratori iscritti al portale AppLavoro è costituito da personale medico, paramedico e assistenti alla persona. Ma il settore della medicina e della salute, stando alla ricerca condotta, stenta più di altri a ristrutturarsi e innovarsi utilizzando le nuove tecnologie.
Lo stesso non si può dire per il settore del recruiting, uno dei pochi che nel nostro Paese ha saputo cogliere tempestivamente le opportunità aperte dal digitale: Internet e la digitalizzazione hanno già trasformato le modalità per cercare e offrire un impiego, da molti anni, grazie a siti e app, come la stessa AppLavoro, una piattaforma aperta nel 2019 dall’imprenditore Marco Contemi, che si avvale di tutti gli strumenti attualmente disponibili nel mondo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e che ha introdotto, ancor prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, il servizio delle video-presentazioni dei candidati alle offerte professionali e alle aziende, trasferendo sul web la possibilità del colloquio di lavoro a distanza.
Ciò ha comportato un notevole abbattimento dei tempi e dei costi per la ricerca e la selezione del personale, permettendo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, in maniera ampia e diversificata rispetto a un tradizionale centro per l’impiego.
L’analisi condotta evidenzia come, dalle fabbriche al terziario, tutti i settori produttivi italiani stiano subendo una rapida evoluzione verso il digitale, con le professioni legate alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione che fanno da apripista.
Baluardi del lavoro analogico o non digitale in Italia restano, per ora, gli addetti alle pulizie (circa il 5% delle professioni incluse in AppLavoro), i manutentori, gli elettricisti, i cuochi, gli addetti alla ristorazione, agricoltori e un’enorme fetta di professioni che, per loro natura, richiedono il lavoro a contatto diretto e l’impiego di risorse mentali tipicamente umane: l’intuito, la creatività, la capacità decisionale, la comprensione delle situazioni, che l’intelligenza artificiale non è in grado di operare.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento