“Come eravamo…” – 43
Curiosità storiche dagli archivi comunali di Colonna
In una lettera inviata al Gonfaloniere di Colonna il 3 luglio 1855 la direzione amministrativa della strada ferrata Roma-Frascati (linea inaugurata nel 1856) comunicava di voler ampliare tale progetto prolungando la ferrovia fino a Napoli. Il proposito era quello di dotare del trasporto ferroviario i diversi paesi dei Castelli Romani e Prenestini. «Gli unici luoghi vicino Roma, che si prestino alla villeggiatura, e somministrino salubre e delizioso soggiorno nelle stagioni estiva ed autunnale, sono i paesi posti alle falde dei monti albani e tusculani. Ivi moltissime famiglie si trasferiscono nella calda stagione a dimorare anche per ragione di salute; ivi vanno egualmente moltissimi a soggiornare l’autunno; ivi nelle feste un gran numero di persone si reca a momentaneo diporto, per il che un rilevante numero di vetture é in continua attività in tutte le direzioni» (Angelo Galli 1846 da Wikisource). Da Frattocchie la linea doveva transitare per Albano e poi toccare Grottaferrata, Monte Porzio, Colonna e scendere sulla Casilina per giungere a Palestrina e da lì a Ceprano. Il progetto non fu mai posto in essere. Infatti si preferì far proseguire la ferrovia passando per Frattocchie, Albano, Ariccia, Genzano,Velletri e Valmontone, procedendo infine per Ceprano, al confine con il Regno delle due Sicilie. Soltanto nel 1892, con la variante di Ciampino, il territorio di Colonna fu percorso dalla strada ferrata. La linea, infatti (che è ancora in uso oggi), partiva da Roma e raggiungeva Cassino. Finalmente i problemi che sino ad allora avevano gravato sulle casse comunali, riguardanti i passaggi delle truppe, si attenuarono grazie alla ferrovia.
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