“Come eravamo…” – 23
Curiosità storiche dagli archivi comunali di Colonna
Terza parte. Le tasse e le imposte fin dalla notte dei tempi sono state, e sono, argomento di discussioni e malumori.
Nel 1879 quelle più importanti erano applicate sul bestiame, sulla ricchezza mobile sul “focatico”, sui pesi e misure, sul macinato e sui redditi fondiari.
Per quanto riguardava il bestiame bisognava versare una tassa su ogni bestia posseduta. Erano tassate tutte le specie di animali, buoi, cavalli, maiali, pecore e perfino cani. La ricchezza mobile, che corrisponde alla nostra Irpef, teneva conto del reddito presunto dichiarato da persone non indigenti. L’imposta sul focatico o fuocatico, era applicata sul nucleo famigliare. Per fuoco si intendeva focolare domestico quindi famiglia. In questo caso le famiglie erano divise in classi e più bassa era la classe d’appartenenza, più si doveva versare. Le tasse sui pesi e misure erano versate dai commercianti di generi vari, alimentari e non. Questi potevano decidere se versare tali “dazi” invece che sui consumi reali, su quelli presunti, che prevedevano il versamento di un canone annuo prestabilito. Quelle sul macinato, che furono definitivamente abolite nel 1880, erano calcolate sul macinato dei cereali e conteggiate direttamente, infatti, sulla macina era posto un contatore che teneva conto dei giri effettuati dalla ruota macinatrice. Infine quella sui redditi fondiari, sempre presunti, era calcolata sul possesso dei fondi (terreni). I ruoli delle tasse erano pubblici ed esposti nei locali comunali visibili a tutti. Si potevano contestare entro i quindici giorni successivi la pubblicazione. Il consiglio visionava i reclami ed apportava eventuali correzioni prima di trasmettere tutti i dati alle autorità competenti. Nel 1879 il più tassato con lire 2500 di tributo da versare sulla ricchezza mobile era De Lisio Gaetano, seguito da Testa Ludovico con 1500 lire accertate, al quale furono defalcate lire 400 dopo l’accettazione del ricorso presentato.
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