Colonna – “Mettiamo al centro la persona e prendiamoci cura delle sue fragilità”
Entrare nel corpo sociale. Colonna 3 Dicembre 2017 Convegno “Mettiamo al centro la persona e prendiamoci cura delle sue fragilità”
Nella Giornata Internazionale delle persone con disabilità a Colonna il 3 dicembre si è svolto un importante convegno sull’Inclusione Sociale “Mettiamo al centro la persona e prendiamoci cura delle sue fragilità” con l’approfondimento di due provvedimenti dello Stato a favore delle persone con disabilità grave e dei nuclei in assoluta povertà. La senatrice Annamaria Parente, la deputata Ileana Piazzoni, il consulente al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Gabriele Sepio, vicini all’iter legislativo delle leggi “Dopo di Noi”, “REI”, Reddito di inclusione e ai “Decreti di Riforma del Terzo settore” – moderati dall’assessora alle Politiche Sociali e Pari opportunità di Colonna Gabriella Giuliani – hanno illustrato le considerazioni alla base degli interventi progettati nella lotta alle diseguaglianze e per il futuro delle persone con disabilità e come questi possano concretizzarsi con la convergenza tra associazioni, Istituzioni e famiglie. Con loro lo stato dell’arte del Distretto RM6/1 e della ASL RM6 e le esperienze delle associazioni del territorio.
Il sindaco di Colonna Augusto Cappellini, nel saluto di apertura lavori, ha rammentato le attività di sensibilizzazione dell’amministrazione svolte negli anni nel sociale. “Oggi in questo convegno i cittadini possono confrontarsi direttamente con le Leggi, tra bisogni e opportunità e ha ricordato che già “dal primo dicembre sono disponibili, sul sito comunale e presso gli uffici, i moduli e la documentazione relativa alla domanda di accesso al Reddito di Inclusione”.
“Le cui tempistiche sono immediate, venti giorni lavorativi, dalla domanda ai Servizi Sociali all’Inps, per ricevere il beneficio mensile “- spiega Daniele Leodori presidente del Consiglio regionale del Lazio che si complimenta con il comune di Colonna per il tema trattato e l’attivazione del Rei. Il reddito di inclusione consiste in un beneficio economico che interesserà, nel primo semestre di erogazione, almeno 500mila famiglie in Italia e fino a 700 mila nuclei familiari nel 2018 con interventi di reinserimento sociale e la costruzione di opportunità per uscire dal disagio: due milioni e duecentomila cittadini potenzialmente coperti dal Rei.
La condizione di povertà è intesa come impossibilità di disporre dell’insieme dei beni e dei servizi necessari a condurre un livello di vita dignitoso. “Per i nuclei in assoluta povertà che senza un welfare adeguato soccomberebbero – spiega la deputata Piazzoni – oltre all’attivazione della Carta Rei, una carta elettronica per pagamenti e acquisti, il provvedimento prevede un progetto di inclusione sociale e lavorativo volto al superamento della condizione di povertà, predisposto sotto la regia dei Servizi Sociali del Comune”. Un lavoro di cura della persona e delle sue fragilità, come appunto espresso dal titolo del Convegno, una “lotta alle diseguaglianze e il futuro delle persone con disabilità affrontato in modo organico dallo Stato” – così ha tenuto a sottolineare nei saluti istituzionali Bruno Astorre; un “entrare nel Corpo Sociale – per la senatrice Annamaria Parente – per mettere al centro la persona con progetti individuali atti all’emersione della capacità interna della
persona stessa di uscire dalla povertà, nel tentativo di invertire quel modello economico che la crisi finanziaria del 2008 ci ha consegnato. Un modello di consumo e indebitamento che ha sostituito persino il lavoro”.
“Ho visto le persone rovistare nei cassonetti” – spiega meglio Parente, che molto ha fatto in Parlamento per la progettazione e l’approvazione delle due Leggi considerate in Europa un esempio. “Il REI è un sollievo economico e un progetto che vuole vincere la diffidenza delle persone demotivate dal contesto a chiedere aiuti; il Dopo di Noi vuole favorire il benessere, la piena inclusione e l’autonomia delle persone con disabilità grave, la deistituzionalizzazione, l’accoglienza in abitazioni o gruppi-appartamento che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare. Questo vuol dire essere al fianco di chi non ce la fa, ma per un parlamentare ciò non basta, occorre il protagonismo della società”.
Una vera Comunità non può lasciare che neppure un suo singolo componente resti privo di un diritto e della sua dignità. “In questo senso, il legante della sussidiarietà è la convergenza dell’intervento pubblico e privato: le famiglie, le associazioni, il terzo settore collaborano attivamente a rispondere ai bisogni delle famiglie”: ne sono testimonianza le Case famiglia già attivate sul territorio del Distretto RM6/1e 3: il centro “Vivere insieme” di Rocca Priora, di cui ha ampiamente parlato Giuseppe De Righi, vice segretario Anci Lazio, fautore del Dopo di Noi già come sindaco di Rocca Priora nel ‘98 , le attività di inclusione sociale realizzate da “Gnosis”, con i gruppi appartamento per ragazzi con disabilità psichica, che stanno sperimentando un progetto di inserimento lavorativo in collaborazione con aziende del territorio; “L’Isola che c’è”, “Arcobaleno”, Alchimia, AGENDA, Abila e Calpe. Il futuro “Centro di Ascolto” a Colonna, su iniziativa della Diocesi di Frascati.
La chiave di volta dell’apparato è il Terzo settore che diventa un valore del sistema grazie alla riforma cui Gabriele Sepio, Consigliere di Albano laziale e consulente al Ministero del Lavoro, ha contribuito; in particolare l’impresa sociale defiscalizzata, trasferimento di immobili senza tassazioni per il Dopo di Noi e bandi a favore delle Onlus: incentivi per le donazioni alle Onlus senza incidenza fiscale, Social Bonus, la valorizzazione del talento nel sociale come valore aggiunto di chi si occupa e si prende cura dell’altro. “Un vero miracolo –dice Sepio –che la politica torni ad occuparsi del sociale”. “Un’assoluta novità che il lavoro di cura entri in una legge di Bilancio” –spiega Narciso Mostarda Direttore generale della ASL RM6, ricordando come siamo stati rivoluzionari con la chiusura dei manicomi, della custodia e della coercizione e proseguiamo in un percorso di deistituzionalizzazione con la creazione di case famiglia, luoghi di cura familiare, in cui appunto le risorse che se ne occupano assumono quel ruolo di cura sociale concepita come lavoro”.
E i numeri del Distretto su cui richiama l’attenzione l’assessora Giuliani facendosi portavoce “delle domande di tutti” ad Emanuele Pucci, Sindaco di Monte Porzio Catone e presidente del Comitato Istituzionale del Distretto RM6/1: il fondo di 230 mila euro per l’organizzazione delle misure sul Dopo di Noi in ambito sovra distrettuale (che comprende il distretto RM6/1 (Colonna, Frascati, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Rocca Priora, Rocca di Papa, Grottaferrata) e 3 (Ciampino e Marino) sarà gestito dal nostro distretto il cui comune capofila è appunto Monte Porzio Catone. “E’ un attestato di fiducia al nostro Distretto particolarmente attento alle fasce deboli e alle fragilità delle persone – spiega Pucci – con 16 anni di gestione e organizzazione del distretto RM6/1 e fiore all’occhiello della Regione Lazio per la sperimentazione del Budget Salute”.
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