Colonna: Emanuele Di Porto, il bambino del tram, racconta la sua storia agli alunni della Scuola Tiberio Gulluni
Marzo 01
17:06
2024
Le note di Francesco Guccini con un toccante video Sulle ali della Memoria, curato dal dottor Luigi Leoni, introducono la manifestazione: Canzone nel vento aleggia con le sue note nell’aria, mentre gli alunni delle quinte e prime medie con il Lingua italiana dei Segni (LIS), sottolineano la trasversalità e l’universalità di questo messaggio contenuto nel testo, coordinati dalla professoressa Laura Carletti con la coreografia curata dalla professoressa Cinzia Calabritto.
Questo a Colonna, nel Palazzetto dello Sport Don Vincenzo Palamara, in occasione dell’ anniversario dedicato alla Giornata della Memoria 2024: il 29 febbraio, gli alunni della primaria e secondaria della Scuola “Tiberio Gulluni” hanno incontrato il signor Emanuele Di Porto – Il bambino del tram, testimone diretto della deportazione degli Ebrei dal Ghetto di Roma il 16 ottobre del 1943.
Un applauso iniziale è stato dedicato alla memoria di Alberto Sed, per anni testimone nelle scuole, con la moglie Renata, in questo giorno della memoria.
Alla professoressa Fabiola Tota, Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Don Lorenzo Milani di Colonna e Monte Porzio Catone, l’introduzione e l’accoglienza dei presenti a questa manifestazione mirata ad accrescere una consapevole importanza destinata alla Memoria e, ricordando Liliana Segre, la DS ha sottolineato il valore del ricordo che va tramandato, soprattutto quando i testimoni oculari non potranno più essere presenti. Tutto questo grazie, ha ribadito, all’efficace sinergia tra i docenti coordinati dalla professoressa Luisella Pasquali.
Un lavoro di squadra, ha confermato il Primo cittadino Fausto Giuliani, cooperazione che coinvolge anche le Istituzioni cittadine, in concerto con le scuole, per un comune obiettivo educativo e civile che la memoria inocula nelle generazioni in crescita.
La giovanissima neo eletta sindaca del Consiglio comunale delle ragazze e ragazzi di Colonna Matilde Ruggeri ha ringraziato il sig. Di Porto per sua testimonianza, come antidoto contro l’indifferenza ,nel giorno che ricorre la Giornata della Cura delle persone e del pianeta.
Un’accoglienza di tanti anni fa, racconta con gratitudine da Sara Procaccia, responsabile dell’Associazione Adei Wizo Donne Ebree d’Italia, narrando quanto vissuto dalla sua famiglia durante le persecuzioni nazi-fasciste: venne accolta e protetta sotto falso nome nel casale di Aurelio Nardella, proprio dal Podestà Luigi Pasquali, nonno della professoressa Luisella e dal genero Paolo Mastrofrancesco Segretario del Fascio.
Storie che commuovono e alimentano la speranza, come quella che si accinge a narrare di Emanuele Di Porto, il protagonista di questo incontro: tra una domanda e l’altra posta da Marco Caviglia, curatore del libro a fumetti, illustrato da Ernesto Anderle che narra le vicende di Emanuele bambino, questi inizia a rispondere rievocando l’infanzia, la storia della sua famiglia e dei parenti vicini, dei condomini e amici che là vivevano nel Ghetto, fino a quel fatidico giorno in cui, con le leggi razziali che avevano loro negato tutti i diritti, i tempi erano diventati sempre più duri e pericolosi: appena dodicenne, vista la madre fermata e costretta a salire su una camionette dalle SS, Emanuele volle seguirla per raggiungerla sul mezzo. Lei, contrariata e preoccupata per lui, gli faceva cenno di fuggire, di scappare, ma lui voleva stare con lei, seguirla… a quel punto un soldato lo arrestò facendolo salire sull’automezzo, con grande disperazione della donna che, alla prima occasione riuscì, con una spinta a farlo fuggire.
Il ragazzino si salvò salendo su un tram dell’Atac a Piazza Monte Savello, confidando quanto era appena accaduto al bigliettaio, il quale, con la complicità dell’autista lo fece viaggiare sul tram per due giorni, sfamandolo e lasciandolo dormire là: un prezioso esempio di grande solidarietà condivisa da questi adulti, per questo ragazzino ebreo, il quale pensava a sua madre, ne provava nostalgia, avrebbe voluto star con lei… le corse si interruppero quando un conoscente salito sul mezzo lo riconobbe e gli permise di ritrovare il padre, anch’egli scampato alla deportazione.
La voce di Emanuele, questo nonno, bisnonno e – dice, quasi trisavolo – è pacata, serena: definisce la sua vita – dopo la guerra – bella, ma velato lo sguardo quando racconta della fine di sua mamma, che deportata, morì in una camera a gas, appena giunta ad Auschwitz.
Racconterà successivamente che la sua esistenza, una volta terminata la guerra fu serena: egli ebbe modo di conoscere attori famosi del cinema, vivere il benessere del boom economico, costruendosi una famiglia…
“Io non sono stato bambino e non sarò mai vecchio perché nel mio cuore, il tempo s’è fermato”: il suo motto svela quel continuum d’un’infanzia tradita e dolorosa, ma anche la voglia di vivere e l’intraprendenza di dar carica alla sua vitalità.
Questa commossa testimonianza è stata accolta da adulti e bambini in un silenzio assordante, durante il quale è sembrato di vedere alla moviola, ogni sequenza dei terribili momenti narrati.
Doni e piccole opere manuali realizzate dai bambini sono state donate al signor Emanuele: tra queste, alcune bellissime farfalle, simbolo della libertà; in fila, giovani rappresentanti delle diverse classi hanno ringraziato l’anziano ospite per la sua disponibilità e testimonianza.
Il canto finale interpretato dalle classi terze e quarte è stato Mamma, noto successo degli anni ‘ 30, dedicato a Virginia Porto, quella mamma che spingendolo via dalla camionetta lo ha salvato dal campo di sterminio; i più grandi hanno interpretato un brano Blues composto dal professor Gianluca Luzi e realizzato con diversi strumenti musicali. Lo stesso professor Luzi ha diretto l’orchestra “Tiberio Gulluni” con il brano “Trasformiamo il futuro”.
Questa Giornata della Memoria si è conclusa con la visita al Museo Stazione della Ferrovia di Colonna in mezzo a quei vagoni che hanno accolto quel bambino in difficoltà, nel lontano ’43.
Un perfetto ingranaggio questo lavoro di squadra e doverosi i ringraziamenti per tutti a partire dalle Forze dell’Ordine, Carabinieri e Polizia Locale, alle Figure istituzionali, alla Pro Loco, alla Little Big Band e alla Società sportiva, nonché a tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita della manifestazione: tra questi il professor Franco Polidori per la grafica, il professor Giuseppe Bottitta per le scenografie, Gianni Bellusci per l’impianto audio, la professoressa Aglitti, il professor Ciuffa e tutti i docenti.
Squadra vincente non si cambia e Colonna ne ha una fortissima! L’ha dimostrato, con questo spettacolare evento, confermando la scuola come luogo d’incontro, aggregazione e memoria, di partecipazione, condivisione di esperienza e ricordi, ricostruzione di un passato che s’apre al presente per costruire il futuro… scuola e storia: ingredienti indispensabili per creare futuri cittadini consapevoli del loro essere tali.
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