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Col Da Nu Jazz Quartet lo smooth jazz di ieri e di oggi risuona a Roma

Col Da Nu Jazz Quartet lo smooth jazz di ieri e di oggi risuona a Roma
Novembre 20
10:59 2024

In una mite serata autunnale sulle rive del Tevere, domenica 17 novembre 2024 la musica del Da Nu Jazz Quartet è tornata a risuonare al The Boat Gregory’s di Roma.
Con Costantino “Kosta” Ladisa (sax e voce), Antonio Iammarino (tastiere), Matteo Carlini (basso) e Andy Bartolucci (batteria), sul palco si sono esibiti anche due ospiti importanti: Stefano Profazi, chitarrista dei Dirotta su Cuba, e Jacopo Carlini, fratello del bassista ma, soprattutto, apprezzato pianista del cantautore Ultimo e dell’orchestra del Festival di Sanremo.
Il meglio dello Smooth Jazz in circolazione in questo momento in Italia, ha voluto omaggiare grandi artisti scomparsi: tre sassofonisti come David Sanborn, Wayne Shorter, e Grover Washington, poi Micheal Jackson e ancora Quincy Jones, musicista, direttore d’orchestra, autore di celebri colonne sonore nonché uno dei maggiori produttori discografici americani, scomparso lo scorso 3 novembre.
Il concerto si è aperto con l’esecuzione di Love Soldier,  brano composto dal quartetto di Costantino Ladisa e inserito nell’album The Italian Smooth Jazz All Stars, pubblicato nel 2022, ed è proseguito con One Hundred Ways di Quincy Jones arricchita da una bella interpretazione di Ladisa al sax.  One  Hundred Ways  è un brano contenuto nell’album, The Dude. Pubblicato nel 1981, il pezzo originale composto da Quincy Jones fu cantato da James Ingram.
Per ricordare Wayne Shorter,  il leggendario sassofonista  di Herbie Hancock, scomparso nel marzo del 2023, il Da Nu Jazz Quartet ha voluto inserire in scaletta Footprints.
Poi è stato il turno del secondo sassofonista, David Sanborn, morto anche lui, ma nel maggio del 2024. Data la circostanza, Costantino Ladisa, che è un  sassofonista italiano molto stimato e tra i massimi divulgatori dello smooth Jazz in Italia, si è lasciato scappare qualche battuta di colore circa la propria fine gloriosa, da musicista che vorrebbe volentieri morire sul palco, ma tardi, molto tardi. Il brano che è seguito è stato Benny. Su Inner City Blues (pezzo di Marvin Gaye del 1971, ripreso da Groover Washington Jr l’anno successivo) e Mr Magic (pezzo appartenuto sempre a Groover Whashington, considerato uno dei fondatori dello smooth Jazz)è entrata in scena la chitarra di Stefano Profazi, attualmente impegnato coi Dirotta su Cuba, la band fiorentina che il prossimo 12 dicembre pubblicherà il nuovo singolo, dal titolo In The Souk, che prevede la partecipazione di Mario Venuti.
Uno standard dopo l’altro, per un totale di 13 pezzi hanno messo in luce le qualità di ognuno dei componenti il del Da Nu Jazz Quartet, grazie a splendidi assoli e un’ottima sinergia sul palco. Del resto, questi maestri dell’improvvisazione li vediamo quasi sempre impegnati nelle sale di registrazione o nei tour di notissimi artisti italiani, poi dare il meglio di sé in serate come questa passata a suonare nei club  e tirando fuori   l’espressione artistica sempre viva, fertile e personale.
Questa la scaletta del concerto:

DA NU JAZZ 4et

  1. Love Soldier
  2. One Hundred ways
  3. Footprints
  4. Benny
  5. Inner City Blues(feat. Stefano Profazi)
  6. Mr. Magic (feat. Stefano Profazi)
  7. Rise
  8. She Could Be Mine
  9. I Can’t Help it
  10. I Can’t make you love me
  11. Butterfly
  12. Partido alto (feat. Stefano Profazi)
  13. BIS: Cantaloupe Island (feat. Stefano Profazi e Jacopo Carlini)

 

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