Clima: salgono a 8 le stazioni di rilevazione italiane nella rete mondiale Global Atmosphere Watch
WMO ha incluso l’Osservatorio ENEA delle Madonie (Palermo) per il Mediterraneo centrale
Una ‘sentinella’ del clima di livello mondiale, per raccogliere dati atmosferici ad alta quota e monitorare il cambiamento climatico. L’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) ha conferito all’Osservatorio ENEA delle Madonie, il riconoscimento ufficiale di stazione regionale per tutta l’area del Mediterraneo centrale, nell’ambito del Global Atmosphere Watch (GAW), la rete mondiale per lo studio del cambiamento climatico che coinvolge circa 80 Paesi.
La notizia è stata diffusa in occasione della Giornata Mondiale della Meteorologia che si celebra il 23 marzo per ricordare l’entrata in vigore della Convenzione che nel 1950 ha segnato la nascita dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia, per volere delle Nazioni Unite[1].“Questo riconoscimento di portata internazionale conferma l’eccellenza italiana nella ricerca applicata alla protezione dell’ambiente e consentirà alla stazione di assumere un ruolo di crescente rilievo scientifico. Inoltre, in questo modo, l’ENEA rafforza la sua partecipazione alla rete mondiale: l’Osservatorio delle Madonie, infatti, si aggiunge all’Osservatorio di Lampedusa, attivo dal 1992”, sottolinea Francesco Monteleone ricercatore del Laboratorio di Osservazioni e misure per l’ambiente e il clima.
“L’alta quota, la posizione geografica, l’assenza di contaminazioni locali e l’accuratezza delle misure rendono la stazione “Piano Battaglia”, un punto di eccellenza per il monitoraggio a scala globale e lo studio dei complessi meccanismi del cambiamento climatico, in linea con i principi delle Nazioni Unite per la promozione del ruolo delle montagne come ‘sentinelle’”, aggiunge Alcide di Sarra ricercatore del Laboratorio di Osservazioni e misure per l’ambiente e il clima.
La Stazione ENEA si trova a circa 1.700 metri di quota, in località Piano Battaglia del comune di Petralia Sottana (Palermo), sul versante meridionale del Pizzo Carbonara (1.979 metri di altitudine), all’interno del Parco Regionale delle Madonie (37.88° N, 14.03° E) – dal 2015 Geoparco Mondiale dell’UNESCO – e rappresenta oggi l’ottavo punto di monitoraggio dei gas ad effetto serra in Italia e l’unico sito in quota in Sicilia.
L’Osservatorio è anche un tassello strategico del progetto PULVIRUS, avviato lo scorso anno per studiare il legame fra inquinamento atmosferico e diffusione della pandemia da Covid-19, le interazioni fisico-chimiche-biologiche fra polveri sottili e virus e gli effetti del “lockdown” sull’inquinamento atmosferico e sui gas serra. Al progetto partecipano ENEA, Istituto Superiore di Sanità (ISS) e Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA, composto da ISPRA e dalle Agenzie Regionali del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente).
Sin dal 2005, i ricercatori dell’Osservatorio hanno avviato un programma di rilevazioni di dati meteorologici e di campionamento settimanale che consente di monitorare la concentrazione dei principali gas a effetto serra, quali biossido di carbonio (CO2), metano (CH4), protossido di azoto (N2O) e monossido di carbonio (CO). Il sito è rappresentativo della vasta area centrale del Mediterraneo, dal Mar Tirreno al Nord Africa.
Attraverso un sistema di pompe i campioni di aria vengono raccolti in apposite bottiglie di vetro da 3 litri e analizzati nei laboratori accreditati dell’Osservatorio ENEA di Lampedusa – anch’esso parte del GAW – oltre che delle reti infrastrutturali Europee ICOS, ACTRIS, EMSO e di reti globali di misura, tra cui AERONET, National Oceanographic and Atmospheric Administration Cooperative Gas Sampling Network.
L’Osservatorio si è sviluppato nel corso degli anni grazie anche al contributo delle istituzioni territoriali locali, tra cui: Comune di Petralia Sottana, Ente Parco delle Madonie, Corpo Forestale, Dipartimento dello Sviluppo rurale e territoriale della Regione Sicilia e Demanio Forestale regionale.
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