Clima: ENEA nel progetto Ue per prima mappatura coste a rischio inondazione
Creare il primo servizio climatico europeo per mappare le aree costiere a rischio inondazione in modo da pianificare l’uso del territorio e mettere in sicurezza le infrastrutture critiche presenti. È questo l’obiettivo del progetto Ue CoCLiCO (Coastal CLimate COre Services), finanziato dal programma Horizon 2020 con circa 6 milioni di euro, che vede la partecipazione di 18 partner[1], tra cui ENEA, unico ente di ricerca italiano presente, che avrà il compito di fornire le mappe di inondazione da risalita del livello del mare per tutta l’area del Mediterraneo e del Mar Nero.
ENEA metterà in campo il suo innovativo modello per proiezioni climatiche ad altissima risoluzione (fino a 70 metri negli stretti di Gibilterra e dei Dardanelli), che è in grado di simulare nel modo più realistico possibile lo scambio d’acqua e calore tra Oceano Atlantico e Mediterraneo e tra Mar Nero e Mediterraneo. Quello sviluppato da ENEA è il primo modello climatico a scala mediterranea capace di rappresentare in modo efficace anche le maree e la loro interazione su scale climatiche con le correnti marine.
I dati così ottenuti serviranno a mettere a punto modelli previsionali dell’innalzamento del mare che permetteranno di individuare le aree a rischio, con una particolare attenzione per i porti italiani; un’attività che l’ENEA porterà avanti grazie alla collaborazione con Federlogistica, l’altro partner italiano del progetto UE.
Nel concreto, il progetto CoCliCo svilupperà una piattaforma web open con mappe ad alta definizione[2] e dati geofisici[3] in tempo reale delle aree costiere più a rischio inondazione in Europa, in modo da elaborare scenari futuri di innalzamento del livello del mare, pianificare il territorio e predisporre strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, ad esempio a livello di infrastrutture di difesa costiera.
Il potenziale impatto delle inondazioni costiere è una delle principali fonti di preoccupazione per l’Europa perché molte infrastrutture sono situate lungo o in prossimità delle coste. In Italia, ad esempio, oltre a Venezia, sono a rischio molte altre città costiere come Napoli, Cagliari, Palermo, Genova, Livorno e Brindisi. Ma l’Italia, rispetto a Paesi come l’Olanda, non ha un piano di resilienza, senza il quale, nei prossimi decenni, lo scenario più verosimile vedrà porti italiani non più utilizzabili, traffici deviati in altri Paesi, spiagge cancellate, infrastrutture critiche e patrimonio culturale e immobiliare in pericolo.
“Il livello del mare è destinato ad aumentare di almeno 30-60 cm al 2100 e questo anche se gli obiettivi di mitigazione del cambiamento climatico concordati a Parigi saranno raggiunti. E non è tutto. Questo fenomeno proseguirà anche dopo il 2100 a causa del calore in eccesso, prodotto dal riscaldamento globale di origine antropica, assorbito finora dagli oceani, che ammonta a circa il 40% del totale accumulato dal pianeta Terra”, spiega Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio di Modellistica Climatica e Impatti dell’ENEA.
Nella prima fase del progetto, la piattaforma ‘CoCLiCO’ sarà testata dai cosiddetti ‘Champion User’, membri dello stakeholder group ed esperti indipendenti (per l’Italia Confcommercio e Protezione Civile) che utilizzeranno le funzionalità e i dati messi a disposizione, tra cui la mappatura delle infrastrutture costiere europee a rischio, per individuare le soluzioni di adattamento più adeguate.
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