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Cisterna di Latina – Il Castello Frangipane

Cisterna di Latina – Il Castello Frangipane
Agosto 11
02:00 2007

Paese in provincia di Latina, a 77 m d’altezza, sorge nel territorio bonificato delle ex Paludi Pontine. Cisterna venne inclusa nel 1234 da Gregorio IX nelle castellanie della Chiesa con la famosa bolla del 16 gennaio, per poi essere infeudatata ai Frangipane. Questi la fortificarono, creando una guarnigione all’interno della Rocca, che nel 1560, sulla struttura medioevale venne trasformata nell’odierno palazzo. Il dominio assoluto della famiglia Frangipane durò fino al 1338, quando Pietro del fu Riccardo Frangipane cedette a Napoleone Orsini una quarta parte del tenimento cisternese insieme alla quarta parte di Tivena. La figlia degli Orsini portò quel quarto in dote a Giovanni Ceccarelli di Sezze che alla fine del Trecento ne fu anche regolarmente infeudato. Ma quello fu anche il periodo della massima potenza di Onorato Caetani, conte di Fondi, che, creato il suo antipapa col famoso scisma d’Occidente, consumato in Fondi nel 1378, invase tutta Marittima e Campagna, inclusa Cisterna. Quando la fortuna di Onorato di Fondi decadde, Cisterna venne infeudata da papa Bonifacio IX a Giacobello Caetani, appartenente al ramo della famiglia che si chiamerà di Sermoneta, per distinguerlo da quello di Fondi. Giacobello era stato, evidentemente, fedele al papa. Da quel momento e a parte alcune parentesi brevi e confuse, quando nel Castello cisternese entrarono altre famiglie (e in particolare i Borgia), il feudo seguì le sorti dei Caetani.Questi ebbero uno strano rapporto con Cisterna: nei primi tempi la considerarono un’appendice contadina e plebea del loro ducato di Sermoneta, città in cui edificarono cose molto belle, a cominciare dal Castello. Poi, nel XVI secolo, Bonifacio Caetani invertì i rapporti, eleggendo Cisterna a sede primaria e relegando Sermoneta in secondo piano. Giocò un ruolo importante in questa scelta una serie di fattori, di carattere, diciamo così, personale: il fatto che il duca fosse afflitto da grave gotta, che gli impediva di spostarsi come voleva lungo i selciati erti di Sermoneta; il fatto che a Cisterna poteva dedicarsi alla caccia uscendo praticamente dalla porta di casa; il fatto, infine che Cisterna era sulla strada per Roma e ad essa più vicina. Il Castello di Cisterna bisognava di adeguata residenza e quindi il severo maniero dei Frangipane venne smantellato e ristrutturato, per essere trasformato in una dimora signorile. Fu ricostruito un bellissimo edificio, lungo quasi il doppio di quello che oggi si può vedere dopo i disastri della seconda guerra mondiale, e dominato all’epoca dalla svettante torre quadrata coronata da merli guelfi, oggi scomparsa insieme a gran parte dell’antico splendore. Il Castello divenne il punto di riferimento di una serie di attività, dell’amministrazione delle terre di proprietà della casa e della rappresentanza diplomatica. Qui si fermò il 15 agosto 1545 papa Paolo III Farnese, durante un terrificante temporale che lo colse in viaggio; qui sostò Maria Carolina d’Austria, il 10 e l’11 maggio 1768, durante il viaggio verso Napoli, dove raggiunse il suo sposo Ferdinando IV; qui fu ospitato, sia pure per breve tempo, Pio IX il 12 maggio 1863, quando fece visita a Cisterna.
E prima ancora, i papa bonificatori, Sisto V e Pio VI. Quest’ultimo, pur prediligendo Terracina, probabilmente fece una sosta anche qui al Castello di Cisterna. Il Cinquecento, si diceva, fu il secolo d’oro per Cisterna, alla quale i Caetani donarono anche la Chiesa di Sant’Antonio, inaugurata nel 1573 e abbandonata circa tre secoli dopo. Il Castello è stato notevolmente rimaneggiato dopo le distruzioni della guerra: distrutto per metà durante i cannoneggiamenti del 1944 che hanno eliminato tutta l’ala orientale, distrutto l’antica porta d’accesso a Cisterna vecchia, e decapitato il torrino guelfo. È un edificio di linee semplici, reso elegante da una doppia serie di finestre ai due piani, e “sostenuto” da uno svelto torrioncino a base ottagonale che si appoggia al fianco occidentale della struttura edilizia. Attraverso un portale di pietra squadrata si accede al cortile del palazzo, delimitando un porticato ad archi che forma con la parete interna un percorso coperto.
Profonde e lunghe gallerie corrono sotto il palazzo: sono state scavate nella pozzolana, non sono state interamente esplorate, e furono sicuramente utilizzate come cava per il materiale necessario ai Caetani per grossi lavori di ristrutturazione della Rocca Frangipane e la costruzione del loro palazzo. Mantiene d’epoca la torre ottagonale sul lato occidentale e il cortile con un porticato ad archi, in mezzo al quale si erge un’antica cisterna.
Intorno al Castello Frangipane ancora oggi si narrano strane storie che hanno come soggetto una certa Giselda. Costei, secondo le cronache del tempo, era una donna stupenda con lunghi capelli neri e dotata di una carica sensuale davvero unica: una ragazza molto esuberante che fu considerata, al suo tempo (XVI secolo), un po’ troppo di facili costumi. Non c’era uomo che potesse resistere al suo fascino e così la sua camera da letto era assiduamente frequentata da focosi amanti che, dopo aver trascorso una notte di passione con la contessa, si dileguavano alle prime luci dell’alba.Giselda andò in sposa ad un giovane nobile, ma ben presto la sua indole libertina ritornò a galla: i suoi tradimenti furono scoperti dal marito che la fece uccidere. Da allora il fantasma di Giselda continuerebbe ad agitarsi in questa zona, adescando gli uomini che le interessano servendosi di una strana malia attraverso la quale divengono suoi schiavi: con quel magico sistema li costringe a non allontanarsi da quel luogo!
Bibliografia: (Istituto Italiano Castelli Lazio – Bonechi – Rendina – Centini-unastoria)

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