Cinghiali, quarta ordinanza comunale
Il foraggiamento artificiale è una pratica da disincentivare
Ariccia si unisce ai Comuni già impegnati nelle misure di contenimento della fauna selvatica con un’apposita ordinanza.
È del 9 settembre 2016 la nota dell’Ente Parco con la quale si invitavano i 15 Comuni dei Castelli Romani ad emanare ordinanze che vietassero la pratica del foraggiamento della fauna selvatica.
Prima di Ariccia (n. 42 del 13/03/2017) si sono attivate le Amministrazioni di Albano Laziale (ordinanza n. 190 del 14/09/2016), Monte Compatri (ordinanza n. 43 del 18/10/2016) e Grottaferrata (ordinanza prot. n. 1202 del 12/01/2017).
“È un’ottima notizia – commenta il presidente del Parco, Sandro Caracci – La convivenza con la fauna selvatica è possibile: viviamo in un mondo in cui esistono gli animali e, addirittura, sembriamo stupirci di tali ‘presenze’. Mi auguro che anche gli altri 11 Comuni dei Castelli Romani ci diano un sostegno fattivo emanando ordinanze simili a quelle di Albano Laziale, Ariccia, Grottaferrata e Monte Compatri: muoversi tutti insieme è ambizioso ma si può fare”.
Il foraggiamento artificiale di cinghiali, e di qualsiasi altro esemplare di fauna selvatica, è una pratica dannosa e controproducente, in quanto, oltre a creare un surplus di cibo che può squilibrare le naturali dinamiche ecosistemiche, facilita l’avvicinamento degli animali ai centri abitati e presso le sedi stradali, diminuisce il naturale timore degli stessi per l’uomo, favorendo la possibilità di incontri ravvicinati. L’abbandono di cibo in prossimità delle strade invita gli animali al loro attraversamento, con il rischio di gravi collisioni.
ufficiostampa@parcocastelliromani.it
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