Cinema Teatro Valle, Latini: “la citta’ costretta ancora a pagare errori del passato!”
La sentenza della Corte d’Appello di Roma, sezione IV civile, “ordina al Comune di Valmontone di reintegrare immediatamente Luigi Mattei nella detenzione qualificata del locale Cinema Teatro Totò”, al termine di una causa iniziata nel lontano 2009.
La Corte d’appello, riesaminate tutte le carte, punisce il grave errore dell’allora sindaco Angelo Miele che, si legge nel dispositivo, “con condotta vi et clam” (ovvero violenta e clandestina), con “un atto illecito lede il diritto soggettivo del possessore o del detentore qualificato alla conservazione pacifica della disponibilità materiale della cosa”. In pratica, il Tribunale dà torto al Comune in quanto l’ex sindaco Miele pensò bene di revocare un affidamento fatto con delibera di Consiglio comunale ricorrendo ad una semplice ordinanza. Il che, non ci vuole molto a capirlo, non è possibile.
“Purtroppo – commenta il sindaco Alberto Latini – la città di Valmontone si ritrova, ancora una volta, a pagare l’approssimazione e l’arroganza con cui questo signore pensava di poter governare. Dopo il licenziamento illeggitimo del comandante della Municipale, nel 2000, oggi viene giudicato illegittimo l’ordinanza contro Mattei, del 2001. Sempre con lo stesso metodo”.
“Senza fare polemiche – aggiunge Latini – consiglio a tutti di leggere bene la sentenza per rendersi conto che quell’ordinanza del gennaio 2004 è assurda per un sindaco, sia per i gravi vizi amministrativi che evidenzia, sia sotto il profilo umano”.
Il Giudice parte proprio dalla ricostruzione della storia: dal 2000, quando l’immobile venne acquistato dal Comune in un’asta giudiziaria e, “con delibera di consiglio comunale (n.26 del 3 febbraio 2000), concessa allo stesso Mattei (che prima ne era proprietario) “la locazione e gestione del locale” per la durata di un anno e, comunque, fino all’approvazione di un apposito regolamento, autorizzandolo a trattenere tutti gli incassi”.
Poi, ricostruisce il giudice, il 12 gennaio 2004 la polizia municipale, in esecuzione dell’ordinanza di Angelo Miele del giorno precedente, gli inibisce l’ingresso nel locale, apponendo alle porte catene e lucchetti. In data 21 gennaio Mattei appura che il sindaco ha fatto cambiare addirittura le serrature del locale, spogliandolo così della “detenzione qualificata dello stesso”. Insomma, sottrazione di diritto illegittima – perché un’ordinanza non annulla una delibera di Consiglio – e “vi et clam”, per il modo in cui è stata compiuta.
“E’ naturale – commenta Latini – che oggi la Corte d’appello riconosca alcune ragioni di Mattei e condanni il Comune a restituirgli la gestione del teatro. Poiché ho letto in giro molte informazioni confuse, non so quanto casualmente, vale la pena sottolineare che la proprietà del teatro resta al comune di Valmontone mentre a Mattei viene riconosciuta la gestione. Oggi, probabilmente, cambia poco, visto che il Teatro è chiuso perché inagibile, ma resta comunque il fatto che il giudice della Corte d’appello condanna un atteggiamento grave di quel sindaco. Per fortuna nostra, e dei cittadini tutti, il Comune non dovrà sborsare anche chissà quale risarcimento danni (oltre le spese legali) in quanto, si legge nel dispositivo, “pur essendo incontestato che la condotta di spoglio, vi et clam, da parte dello spoliator integra un atto illecito che lede il diritto soggettivo del possessore o del detentore qualificato alla conservazione pacifica della disponibilità materiale della cosa e che obbliga chi ha commesso il fatto al risarcimento del danno subito, nella fattispecie, il Mattei non ha fornito alcun elemento probatorio (registro degli incassi, dichiarazioni dei redditi) o criterio di fatto dal quale poter desumere l’ammontare del mancato guadagno o del valore dei macchinari e delle attrezzature presenti nel locale. essendosi limitato a chiedere una liquidazione del danno in misura equitativa. Considerato che l’onere di fornire la prova dell’ammontare del danno grava sul danneggiato, era onere del Mattei dedurre quanto meno l’impossibilità o particolare difficoltà nel fornire tale prova. (…). Pertanto in mancanza di qualsiasi prova la domanda risarcitoria non può essere accolta”.
In termini pratici la sentenza non cambia molto al Comune di Valmontone visto che, col cinema chiuso perché inagibile (vedi foto), la priorità resta quella di metterlo in sicurezza e ristrutturarlo. “C’è stato un problema – spiega il sindaco – che è stato superato e, ora che la Regione conferma il finanziamento, potremo rifare la gara e partire coi lavori. Restituire il teatro ai cittadini è uno degli impegni assunti che intendo onorare. E lo faremo”.
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