Cinema d’essai a Roma: Louis Malle al Grauco
Torna al Grauco Louis Malle, per la rassegna sul cinema europeo, e con lui riaffiora un davvero interessante reperto sulla stagione della nouvelle vague già canonizzato a Venezia nel ’63. Nonostante difficoltà e travagli, poche ma consolidate sale d’essai romane continuano a proiettare il grande cinema laddove i tempi hanno condotto l’urbe piuttosto ad inebriarsi da tutt’altro spettacolo, quello di circostanza. Onore, dunque, al Grauco e al piccolo capolavoro di Drieu La Rochelle, autore del romanzo ispirato dal suicidio dell’amico Rigaut. Sullo sfondo dell’ideatore c’è una Francia travagliata da una borghesia inquieta e trasformista, un epicentro di avanguardie permeabile alle politiche ideologiche nazi-comuniste che, con la guerra, porterà lo scrittore al collaborazionismo. Alain, il protagonista, è un tossicodipendente che nella trama di Malle, attualizzata nella Francia gaullista del dopoguerra, diviene un alcolista schiacciato tra realtà e ambizione, un eroe perdente contratto nel mito di una gioventù perduta che lo vedrà sempre più inadeguato a se stesso. A nulla servirà l’amore, tanto meno l’incontro con la benevola Solange e il ripercorrere ricordi e vecchie amicizie alla ricerca d’identità perdute nell’incomunicabilità della propria condizione. Alain, come pure il suo autore, finirà suicida. Ai grandi dialoghi di un cinema per sempre perduto, si affianca la magistrale recitazione di Maurice Ronet assecondata dal trasporto delle note di Satie e, su tutto, vigila l’occhio del maestro Luois Malle, la regia più atta a cogliere, istante per istante, l’essenza della fine rantolare sul volto di Alain.
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