CicloInVersoRoMagna 2011(II parte)
Un embrione poi evoluto e che divenne consistente a Cesena, durante un breve soggiorno per un premio letterario nel 2007, prendendo forza con la lettura di un libro, poi recensito, di Massimo Gugnoni, così come ricordato durante l’incontro ravennate dello scorso 8 agosto. Nel 2008 sarà esteso a Ugo Magnanti e, in breve tempo, si arriverà a una co-organizzazione della prima edizione individuando un’area operativa e il relativo tragitto.
Nel 2009, Andrea Ingemi e Vittoria Arena, prenderanno parte all’organizzazione della seconda edizione. Notevole, in questa occasione, è stato l’apporto strutturale di Andrea, tramite il quale sono state predisposte le prime richieste di patrocini sul territorio tracciando nuovi percorsi. Con Vittoria la rassegna apre a una serie di donne che, a tutti gli effetti, diverranno protagoniste della pluriennale iniziativa. Sarà lei ad allargare la manifestazione a più discipline coinvolgendo vernissage di pittori coi reading di percorso, oltre a poeti e cantastorie. Nel 2010, con Daniela Fargione, la nuova edizione apre il progetto ai patrocini universitari nonché, per la prima volta, coinvolge collaboratori per le iscrizioni ciclistiche. Gloria Scarperia e Giulia Penzo, che pure avevano già preso parte a questa edizione, diverranno poi insostituibili elementi nella gestione di un più lungo e laborioso sviluppo del nuovo progetto, la prima in qualità di co-organizzatrice e la seconda come collaboratrice. Sempre nel 2011, comparirà anche un nuovo co-organizzatore, Andrea Bisighin, quale riferimento per estendere la manifestazione in Veneto ma anche per un organico sviluppo della tematica ciclistica storico-culturale, in armonia coi presupposti progettuali, mentre, per il secondo anno consecutivo, Emilio Diedo sarà tra i più validi e affidabili collaboratori al progetto. Senza dimenticare le tante adesioni di collaborazioni a diverso titolo, rimarcabili soprattutto in quest’ultima edizione e che hanno visto, in nome della cultura e della poesia, più soggetti partecipi dal mondo laico a quello sociale e anche cattolico, ringraziamo tutti per aver condiviso e reso possibile tutto questo nella più cristallina chiarezza d’intenti e, soprattutto, operando senza fondi. Tra i presenti al prologo di CicloInVersoRoMagna, si segnala Vitaldo Conte, che riallacciandosi a un suo precedente intervento su Pantani, ne ha esteso un ulteriore sulla poetica delle “rose rosse”. Hanno inoltre contraddistinto l’incontro la sicilianità di Maria Costa collegata in diretta insieme ad altri poeti coordinati dall’area pontina e da Messina. L’antica Zancle quindi, in uno stesso tempo e altro luogo, ha seguito il corso di un “ciclo” storico e poetico, da lei partito nel 2008 al Fortino degli Inglesi di Capo Peloro. Notevole è stata la media degli interventi che ha caratterizzato poi il percorso, con diversi artisti che hanno raggiunto l’iniziativa da più parti d’Italia. A Pavia, luogo di partenza, si rammentano per incisività ed esposizione quelli di Piero Balcalini, attore radiofonico, e Gian Luigi Valsecchi, fotografo, oltre che poeta, autore di suggestive panoramiche urbane nella patina di un tempo che tutto cambia nel qualcosa che permane. Giovanni Segagni ha pure coinvolto i molti presenti con la ricostruzione di un viaggio fluviale del 1911. La presenza di musicisti è stata pressoché continua e apprezzabile in quasi tutti i quotidiani incontri previsti lungo il viaggio, interagendo col testo poetico dal repertorio classico a quello etnico ed anche elettronico attraverso una rosa d’interessanti e variegati esecutori, di cui diversi anche autori. Nell’ambito teatrale, la giovane e promettente Denise Valentino, duettando con Susanna Farina Contardi, ha senz’altro colto consensi dal pubblico di Cremona, cospicuo ed attento. Ben accolti anche i versi del giovane Stefano Reggiani nonché l’originale e inoltre tematica performance per “pompa di bicicletta” proposta, per l’occasione, dal poeta Alberto Mori. Interessanti sono stati anche i versi di Fabio Clerici, che tornano dalla scorsa stagione, insieme a quelli proposti da Massimo Bondioli. Tra gli imprevisti di percorso, la presenza sempre più determinata e affinata di agguerrite zanzare ha contraddistinto una stagione anomala e assai umida. Alla positiva assenza di concreti problemi per una sempre paventata pioggia, si è esteso un inaspettato vento forte e contrario durante l’ultima tappa, in direzione di Ravenna, cagionando rallentamenti e un ulteriore sforzo per raggiungere la meta. Prepotente, in ogni caso, durante questa settimana è ritornata la calura. Lunghi tratti su strade sterrate, come quelli percorsi alla volta del Veneto, hanno talvolta cagionato qualche piccolo problema di approvvigionamento di liquidi. Due tappe, per la cronaca, sono stato costretto a desistere dal percorrerle per un trattamento in corso. Le restanti pedalate le ho fatte partendo di buon ora e lentamente. Con la tappa di Villafranca di Verona si è reso un ottimo assetto al binomio bici-poesia sul versante storico delle due ruote, apportando le coinvolgenti testimonianze di Nicola Minali, ex ciclista professionista, insieme a quella di Dario Pegoretti e tutti gli altri, con un nutrito pubblico al seguito durante l’intera serata, insieme ai preziosi modelli d’epoca esposti in sala e un intervento congiunto dei tre curatori. Anche quest’anno, tanto la libertà del viaggio di ciascuno quanto una generica disposizione che invoglia al ritmo lento, cadenzato e osservatore del circostante ma anche dell’interiore, ha evidenziato i contenuti non agonistici della manifestazione nella condivisione di un’esperienza che, sempre di più, include testimonianze con lo stesso mondo del ciclismo, forse il più prossimo e connaturato alla poesia, come anche Vendemiati ha voluto ricordare nel corso di un suo intervento. (fine seconda parte continua sul prossimo numero)
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