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“Ciclabile sulla vecchia ferrovia Roma – Fiuggi, un’occasione perduta per sempre?”

“Ciclabile sulla vecchia ferrovia Roma – Fiuggi, un’occasione perduta per sempre?”
Gennaio 28
11:23 2023

Un tempo esisteva il trenino Roma – Fiuggi. Lo prendeva mio nonno. La sede ferroviaria accompagnava per un lungo tratto la Via Casilina, deviava per Zagarolo, raggiungeva Palestrina, svoltava a destra per Cave, Paliano, Piglio, Fiuggi. Un percorso che faceva pure incazzare i nonni per il tempo che ci si metteva e per le tante fermate, ma che era ed è di una bellezza unica al mondo. Bella storia quella della ferrovia. Fu inaugurata nel 1884 e fu gestita dalla Società Ferrovia Roma-Fiuggi, fondata nel 1878 per costruire e gestire la linea. Le date fanno pensare che ci misero sei anni a fare tutto. La ferrovia era lunga 78 km e aveva 23 stazioni. Il tragitto attraversava le montagne dei monti Ernici e incrociava i fiumi Sacco e Liri. Poi venne la FIAT, le autostrade, il boom economico. L’agonia durò fino al 1991 quando la linea fu dismessa.

Oggi quel percorso è diventato l’emblema delle incapacità politiche e le incongruenze del nostro sistema amministrativo.

Parlo di nostro perché ne sono stato parte. La storia merita di essere raccontata. Sono stato Consigliere comunale a Montecompatri, due volte, una in maggioranza, una in minoranza. Sul finire del secolo scorso mi si presentarono dei ragazzi, guidati da Daniele dell’Orco, un visionario pratico, l’ideatore del Mercato contadino di Zagarolo, il primo di molti altri. Oggi il mio amico è un uomo cresciuto con qualche delusione, perché se sei Farinetti e la spari grossa hai successo, se fai le cose per bene lotti per sopravvivere. Ma questa è un’altra storia.  Questi ragazzi avevano avuto un’idea semplice: realizzare con il minimo sforzo una ciclabile che dalla stazione metro, allora in fieri, di Pantano, avrebbe condotto pendolari e cicloturisti a Fiuggi, sul percorso della vecchia ferrovia. Proprio in quei giorni stavo tentando di convincere la Gazzetta a concludere una tappa del Giro al Convento di San Silvestro. Lo dico per due motivi: il primo per testimoniare il mio amore per la bicicletta, il secondo perché una tappa del Giro, all’epoca, sarebbe costata come la realizzazione di un buon tratto della ciclabile. Non se ne fece niente né del Giro, né della ciclabile

Questi ragazzi però avevano costituito un’associazione di gente perbene, Ricicliamo la ferrovia. Feci il possibile per aiutarli e aiutarci. Non fui rieletto e continuai ad andare in bici rischiando la vita. Il progetto andò avanti lo stesso. Si realizzò il tratto Paliano – Fiuggi, certo, si realizzò come si fanno le cose dalle nostre parti. Ancora questa estate le basi dei tralicci della ferrovia spuntavano di qualche centimetro proprio in mezzo alla ciclabile. Credo che nonostante le segnalazioni siano ancora lì.

Sì, perché siamo tutti contenti quando, magari con una bici elettrica, facciamo la ciclabile da Brunico a Lienz e poi torniamo in treno, ma guai a spendere soldi pubblici per sistemare le cose qui da noi: c’è sempre qualcosa di più urgente e necessario o semplicemente non siamo capaci a creare turismo e occupazione su un pezzo di ferrovia abbandonata.

Torniamo in sella: a Colonna esiste un museo della ferrovia e la sede del vecchio tranvetto è ancora lì. Ho percorso di recente metro per metro tutto il tratto fino al caffè Lucidi dalla vecchia stazione nel territorio di Paliano, dal quale parte la ciclabile realizzata. Al di là di qualcuno che ha invaso con il proprio muretto lo spazio di tutti, il percorso sarebbe già pronto. A Palestrina hanno costruito un dicutibile marciapiede in località Torresina, ma tutto è recuperabile. Insomma, con questa menata della “sostenibilità”, il covid e i soldi del PNRR sarebbe il momento giusto.

Ci sono altri due fatti che, dopo due decenni, sembrerebbero spingere la realizzazione delle ciclabile: la realizzazione del PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) di Roma Area Metropolitana e il progetto Eurovelo5 che unisce Londra a Brindisi in un unico itinerario ciclopedonale di circa 2900 Chilometri.  

Si tratta di un progetto promosso dalla European Cyclists’ Federation (ECF), che promuove la creazione di una rete ciclabile europea. La rete Eurovelo è finanziata principalmente dai fondi europei per lo sviluppo regionale. Stiamo parlando di roba grossa: la ciclabile in gran parte ricalca la Via Romea Francigena, usata da secoli dai pellegrini europei per arrivare a Roma. Si toccano sei stati: il Regno Unito (130 km); la Francia (145 km); il Belgio (260 km); il Lussemburgo (75 km); la Francia ancora (340 km); la Svizzera (340 km); e l’Italia (1500 km). Tutti soldoni che stanno lì sul tavolo. Il percorso tocca e si incrocia a tratti con quello della nostra strada. Poco importa che questa via Romea Francigena dalle nostre parti nessuno l’abbia mai vista, con sagacia un mio amico ha commentato: la via Francigena è come il Molise, ci sono dubbi sul fatto che esista. Ho fatto dei sopralluoghi nei territori di Zagarolo e Palestrina… alle tabelle non seguono percorsi reali, almeno io non li ho trovati.

Il problema sta nel fatto che il percorso della vecchia ferrovia e quello della via francigena oggetto delle brame di Eurovelo si incrociano solo in parte: tra Zagarolo e Paliano si lascia la via nota della ciclabile per avventurarsi in percorsi inesistenti che si congiungono a Paliano con la ciclabile esistente. Il sospetto è che si voglia toccare il Parco Giochi e il Centro Commerciale di Valmontone, ma non possiamo fare il processo alle intenzioni. Comunque alla fine del post c’è una mappa esplicativa.

Ok, questo è Eurovelo5.

Poi ci sono i PUMS. Quale straordinaria occasione… perduta…per la vecchia ferrovia!

La proposta di PUMS si è accorta che esiste una questione Pantano, la famosa metro c, e prevede una corsia per mezzi pubblici proprio sulla sede della vecchia ferrovia. Non si menziona la ciclabile, che a quel punto sarebbe resa impossibile. Non solo. Da San Cesareo il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile non prevede di coprire il percorso della ciclabile. Prevede però fantomatiche ciclovie da Tivoli a San Cesareo… di nessuna priorità a giudicare dalla legenda sui colori delle tracce in cartografia.

Quindi Eurovelo5 e Pums non si parlano. Ma non basta. Ai miei tempi la questione ciclabile fu avocata a sé dall’XI Comunità Montana del Lazio. In qualche ufficio di questo ente le carte ancora dovrebbero essere “vive”. Ho i miei informatori e mi dicono che il progetto è ben presente agli amministratori. Bisogna anche dire che un ex Presidente della Comunità Montana è ora il politico di riferimento per i PUMS per l’Area Metropolitana. La Comunità Montana però pare non aver interloquito né con Eurovelo5, né con i Pums…

Ora, alla fine di questa storia, qualcuno si chiederà: perché scrivere ora queste cose? Per un motivo molto semplice. Il 15 marzo scadono i termini per le Osservazioni al PUMS… forse è l’ultima occasione per realizzare la ciclabile nella sede della vecchia Roma Fiuggi, poi non resta che battere le mani ai ragazzi che tirano vernice sui palazzi delle sedi istituzionali.

I pallini rossi indicano il percorso ipotizzato da Eurovelo5, la linea rossa è la ciclabile già realizzata, in giallo il percorso della vecchia ferrovia

 

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