Cibo: salute e umore
Il filosofo Ludwig Feuerbach in una sua opera del 1862: Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia, sostiene che gli uomini coincidono esattamente con ciò che ingeriscono. Per quanto eccessiva possa apparire la coincidenza tra essere e mangiare è innegabile il fatto che il cibo influisca in maniera determinante sulla psiche. La scienza dell’alimentazione negli ultimi decenni, forte delle scoperte genetiche, ha avvalorato tali tesi delineando in maniera netta e precisa una dieta che possa, al di là del fattore primario che consiste nell’alimentarsi, contribuire ad un benessere fisico e psichico sempre più diffuso. Recentemente, tuttavia, le cronache si sono occupate dell’ennesimo caso di adulterazione alimentare: il vino. Non nuovo a sofisticazioni pericolose per la salute del consumatore, anni fa era salito agli onori della cronaca perché addizionato con metanolo (un potente alcol incolore molto tossico e con esiti mortali). Pare che stavolta le menti criminali abbiano usato concime, varie sostanze cancerogene e, addirittura, acido muriatico. La notizia sul vino segue di qualche giorno il caso dell’elevata quantità di diossina presente nel latte di bufala usato per confezionare la buona mozzarella che tutti conosciamo. Anche la notizia della moria delle api, dovuta in gran parte all’abuso o all’uso improprio di pesticidi letali, non fa che rafforzare l’idea che frutta e verdura più che contenere vitamine e sali minerali siano pregne di microscopiche (ma non per questo meno dannose) particelle di veleni. Sommando tali eventi a quello della mucca pazza, dell’aviaria, del pesce al mercurio, del grano all’ocratossina, salta subito all’occhio che gli alimenti componenti la “piramide alimentare”, tanto cara ai nutrizionisti, non apportano solo i principi nutritivi essenziali, ma anche (e soprattutto) molecole che poco a che fare hanno con il benessere fisico e psichico. Sarà per tali eventi che gli Italiani hanno mutato completamente umore? Da popolo pacioso, incline all’allegria, al quieto vivere ed alle relazioni sociali si è lentamente trasformato in un popolo di musoni insoddisfatti che gareggiano in rabbia, astio e pessimismo.
Rifacendoci al concetto espresso da Feuerbach è lecito quindi chiedersi se l’assunzione giornaliera di massicce dosi di veleno, seppure ingerite in maniera del tutto inconsapevole, siano effettivamente in grado di alterare non solo la salute ma anche ed irrimediabilmente il nostro equilibrio psichico, quali saranno i rimedi e i tempi per una risposta efficace e convincente da parte delle Autorità competenti.
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