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“CIBO, MEMORIA, IDENTITÀ DEI CASTELLI ROMANI E MONTI PRENESTINI – UNA TERRA OSPITALE”

Febbraio 24
12:52 2023

14 Ricette per 14 Comuni, un viaggio dai Castelli Romani ai Monti Prenestini nelle identità dei luoghi con un filo conduttore comune: le tradizioni agricole e gastronomiche della cucina popolare nostrana.

Una vera e propria maratona del gusto quella che è andata in scena ieri sera a Gallicano nel Lazio presso l’agriturismo I Casali di San Pastore, dove il GAL ha riunito i 14 Comuni coinvolti  nel progetto “Cibo, memoria e identità dei Castelli Romani e Monti Prenestini – Una Terra Ospitale”.

Un intenso lavoro di ricerca sulle radici del nostro territorio – reso possibile grazie al partenariato della XI Comunità dei Castelli Romani e Monti Prenestini e al coinvolgimento delle Amministrazioni, delle Imprese, dei ristoratori e delle Associazioni locali – che ha portato alla presentazione della Bussola Territoriale della Memoria Gastronomica: un contenitore di Sapienze e tradizioni culinarie locali, a metà strada tra passato e presente.

Un viaggio alla scoperta dei sapori e degli usi e costumi locali, fondato su un’intensa attività di ricerca, sostenuta da una commissione di esperti qualificati: lo chef Arcangelo Dandini, l’antropologo dell’Università Tor Vergata, Professor Ernesto Di Renzo, e il Direttore Tecnico del GAL, Patrizia Di Fazio.

“Un progetto che intende lanciare un forte segnale di attenzione ai legami dei cittadini con i propri territori, alle tradizioni e costumi che nel tempo si sono tramandati ed evoluti – dichiara la presidente del Gal, Federica Lavalle. – Un approccio interdisciplinare alla memoria del cibo, tenendo ben saldi i principi e le ragioni di carattere antropologico, storico e culturale delle singole comunità. L’obiettivo di questo progetto è quello di mettere in rete una serie di relazioni utili, dal produttore al ristoratore, per una ricaduta positiva sul turismo di prossimità. La scommessa non si ferma qui – aggiunge la Presidente: il viaggio continua attraverso

una Bussola della Memoria che  darà vita a un contenitore digitale. Obiettivo è quello di raccontare storie gastronomiche con aneddoti e curiosità al fine di promuovere il nostro territorio, attraverso la cucina. Una guida da arricchire costantemente, che potrà essere la base per nuove progettualità nel futuro”.

Un evento molto partecipato e accolto con entusiasmo dai ristoratori, che hanno lavorato in sinergia nella preparazione delle pietanze, sotto la supervisione del Coordinatore del Progetto, Stefano Asaro, socio fiduciario della Condotta Slow Food Frascati e Terre Tuscolane.

“Un progetto ambizioso fondato sulla collaborazione degli chef e dei cuochi che hanno collaborato in sinergia e con entusiasmo nella preparazione delle pietanze – dichiara lo chef Arcangelo Dandini,  esperto membro della Commissione scientifica del Progetto. – Una interessante occasione di scambio

e partecipazione di idee sulle tradizioni culinarie locali” .

“Il percorso che abbiamo intrapreso è quello di studio e approfondimento degli aspetti sociali, psicologici e antropologici a cui il ‘mangiare’ è collegato. L’antropologia del cibo permette di analizzare non solo piatti e alimenti, con i loro valori nutrizionali, ma anche le storie che – grazie alla tradizione orale – vengono tramandate di generazione in generazione – dichiara il Professor Ernesto di Renzo, Antropologo dell’Università di Roma Tor Vergata. – Cibo, memoria e identità si situa proprio in questa dimensione, tra passato e presente, ripercorrendo l’aura popolare delle ricette e legandole al proprio contesto di riferimento”.

Le 14 pietanze in degustazione si sono alternate sui tavoli dei rappresentanti locali dando vita a un quadro eclettico, ricco, dalle sfumature diverse per ogni Comune.

Un viaggio del gusto partito con la pizza di polenta con l’erbe di San Cesareo, le polpette di allesso di Monte Porzio Catone e la Vignarola di Frascati; successivamente è stata la volta delle Pincinelle al Pomodoro di Vigna di Colonna, delle Cellette con sugo di ricotta di Rocca Priora, degli Gnocchi di Tritello al sugo di Alicetto di Valmontone e degli gnocchetti a co’ de soreca di Gallicano nel Lazio. Non sono mancate le minestre tipiche: dalla Minestra co’ i pisiegli di Labico, all’acqua cotta di Castel San Pietro Romano, passando per la Zuppa di Cicerchie di Montecompatri, i Cecamariti di Rocca di Cave e la Minestra con il Coregone di Nemi. Un itinerario che si è concluso con la Pecora al Callaro di Palestrina e con la frittata di Ramoracce e Patate di Rocca di Papa. 

“Cibo, Memoria, Identità vuole essere anche una chiave di lettura della strategia europea Farm to Fork, attraverso la quale l’Europa ci chiede di porre attenzione a quello che produciamo, a come lo produciamo per il bene del consumatore, della salute, dell’ambiente e per la tutela della biodiversità – dichiara il Direttore Tecnico del GAL, Patrizia Di Fazio. – Questo sarà un tema che il GAL rilancerà nel suo partenariato, in vista del nuovo Piano di Sviluppo che dovrà essere programmato nei prossimi mesi” .

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