CIAO, FABRIZIO…
Una persona mite, con il sorriso sempre pronto a elargire gentilezza verso gli altri; presente in ogni occasione che richiedesse l’intervento o la partecipazione della Protezione Civile a pubblici eventi.
Casualmente era anche cortese consorte di una cara amica e collega e da anni sapevo del suo impegno costante nel sociale.
Per un certo periodo di tempo, nel passato, per lavori mi capitava di incrociarlo mentre guidavo, lungo le vie cittadine in ristrutturazione, sempre in prima linea con i suoi operai: ma Fabrizio D’Ortenzi era conosciuto da tutti, soprattutto come un generoso e altruista volontario, fondatore della Protezione Civile Gruppo Asa a Rocca di Papa e coordinatore fino allo scorso anno, del gruppo comunale.
Ogni evento vedeva la sua presenza tra i suoi collaboratori: alto di statura spiccava con quella sua divisa blu e gialla tra i membri della Protezione Civile.
In tante occasioni è stato presente, disponibile con chi avesse avuto bisogno: schivo e riservato, ma sempre attivo. So che per lui e per il suo gruppo al quale dava esempio in prima persona, non esistevano giorno e notte, caldo o freddo, gelo e neve: al momento del bisogno mai mancava la loro disponibilità – anche nel periodo terribile della pandemia – aiuto che si rivelava, comunque in forma discreta, efficace, silenziosa.
Avrò visto Fabrizio in tante occasioni, anche a scuola nelle manifestazioni e incontri ufficiali nei quali era richiesta la presenza anche dell’Associazione di Volontariato della quale lui faceva parte, ma oggi ho davanti agli occhi la sua presenza davanti la piccola edicola della Madonna del Fuoco, in località Forcella a Rocca di Papa: là, ogni anno a luglio, si celebra la S. Messa tra gli alberi del bosco e mai è mancata la Protezione Civile nel suo impegno di coordinazione e organizzazione.
Ecco, mi par di vederlo durante la funzione religiosa, in piedi e in silenzio, poco distante dalla piccola immagine della Madonnella, mentre il sacerdote celebrante e i fedeli pregavano. La sua orazione era nella postura silenziosa, nell’attesa, nel riserbo con il quale sapeva mettersi in disparte e rendere invisibile, quasi, la sua alta figura. E infine tutti salutava con il sorriso, mentre con il gruppo aiutava a recuperare le sedie, anche per far spazio alla piccola festicciola che seguiva.
E’ mancato oggi dopo una sofferta malattia, in casa, tra gli affetti più cari: mi piace ricordarlo come l’ho appena descritto, mentre sono certa che la sua generosità e il suo altruismo verso tutti, avranno sicuramente fatto in modo che Qualcuno Lassù lo abbia accompagnato verso Presenze che nella sua mente, a volte confusa dal male, erano ancorate nella sua anima donandogli forza e speranza, nascoste nel più profondo del suo cuore.
Le persone buone sono angeli in Paradiso. Lui è tra queste.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento