Ciao Anna! Capitolo 2° le emozioni
I vestiti di scena dell’attrice, le foto, cartigli con saluti e dediche che sembrano altrettanti biglietti lasciati ad Anna Magnani e da lei rilanciati ai suoi fan sfegatati, scaldano l’ambiente attorno. La riproduzione di un camerino per la preparazione alle scene teatrali, un grande quadro che la vede nella sua fulgida, imperfetta, bellezza di cui andava orgogliosa.
«Era una signora d’una eleganza e signorilità senza pari, snella e vestita di pelliccia, tacchi alti e borsa di coccodrillo come si usava allora fra le dive, ma anche tra le signore bene». La dichiarazione, colta al volo dal figlio di amici di famiglia dell’attrice, ci suona non nuova ed è la Magnani stessa, in uno fra i testi in mostra, a raccontare l’incredulità di alcuni davanti alle sue librerie colme di testi e al suo buon gusto nell’arredare le case in cui accoglieva i molti amici. A qualcuno, forse, restava difficile non identificarla con la popolana che fu uno dei suoi personaggi (eppure fu la stessa Magnani cui, pare, Pasolini rimproverò il tratto troppo borghese nell’interpretazione di Mamma Roma).
Com’era Anna Magnani, come non era? Probabilmente Nannarella avrebbe detto «a regazzì, ma cerc’annattene!» e la risposta – l’attrice aveva tante anime, come tutti coloro che possiedono un’arte – ce la saremmo trovata da soli. In mostra ne ritroviamo alcune, di quelle anime, tra riviste d’epoca, belle foto formato ritratto, grandi poster, telegrammi, lettere soprattutto agli amici americani, fra cui la grande Bette Davis, e persino filmati e un album digitale. E poi la sottoveste nera “d’ordinanza” e altre cose, semplici, che per concezione e disegno appartengono, ora davvero, a un’altra epoca. Spazio anche ai libri a lei dedicati dalla Edizioni Interculturali, partner della mostra. Dal mondo editoriale le ultime proposte librarie sono datate 2013: a testimonianza di interesse e affezione del pubblico vecchio e nuovo. Perché la memoria di Anna Magnani, splendida attrice, donna tormentata dal suo stesso carattere, il sorriso offuscato da “quel non so che” d’indecifrabile, sempre vive.
Due o tre cose che so di lei
– Figlia di una donna non sposata dalla quale aveva preso il cognome, da adulta Anna Magnani effettuò ricerche per conoscere l’identità di suo padre. Le interruppe entro breve, dopo aver ricevuto informazioni preliminari su un calabrese, un certo Del Duce. A chi le chiedeva perché non avesse proseguito le indagini, l’attrice replicava spesso: «Perché non si dica che sono la figlia del duce».
– La celebrità le venne soprattutto dalla sua partecipazione, con ruoli di varia rilevanza, a quasi 50 film. Assai minore notorietà le dette il teatro: non considerando i primi saggi scolastici, recitò in oltre 60 allestimenti teatrali di opere di vari autori, tra i quali Goldoni, Giacosa, Guitry, O’Neill, Garinei e Giovannini, Gorkij, Mérimée, Niccodemi. (mb)
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