Notizie in Controluce

(Serena Grizi) Per impedire che l’area naturale ed archeologica del Muro dei Francesi sia cementificata: in questi giorni alla firma la petizione/appello  Non seppellite con il cemento bellezza storia e paesaggio diretta a tutti gli enti pubblici che ne hanno la facoltà, affinché esercitino il diritto di prelazione dell’area del secondo lotto messo all’asta.

«L’eco della prima petizione ha fatto sì che la Tenuta del Muro dei Francesi fosse inserita nel World Monuments Watch 2014, la lista mondiale dei siti da salvare perché in pericolo di devastazione, stilata ogni anno dal World Monuments Fund; infine nel 2015 la Soprintendenza ha steso un ampio vincolo che non solo libera da qualsiasi futuro edificatorio l’area degli scavi, ma tutela tutto il contesto: un vincolo di quasi venti ettari che comprende tutte le emergenze di valore culturale dell’area, tra cui il Muro che cinge il sito ciampinese, i casali secenteschi, la chiesuola.

Un grandissimo risultato ma non è bastato per raggiungere l’obiettivo, ancora lontano, di realizzare un grande Parco archeologico e storico fruibile non solo alla città, ma all’intero territorio in cui Ciampino è inserito. (dalla petizione lancita da Ciampino Bene Comune)». (Dal testo della petizione)

La vicenda è ben descritta nell’articolo di Manlio Lilli, Gioielli d’arte svenduti nel silenzio dello Stato sul settimanale Left del 15 febbraio, il quale denuncia la svendita di tale patrimonio storico archeologico: Casale monumentale terreni a uliveto, edifici annessi, «resti della villa di Marco Valerio Messalla Corvino (…) la piscina all’aperto, con le pareti affrescate, al cui interno sono riaffiorate sette statue che illustrano il mito di Niobe e dei Niobidi. Sculture imponenti di straordinaria bellezza» attorno alle quali questa estate la Soprintendenza del Lazio ha allestito una mostra nell’Antiquarium del Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli dal titolo E dimmi che non vuoi morire (n.d.r.).

Il tutto sarebbe andato a  privati per la somma (udite, udite) di neppure 500 mila euro. Questa la sorte del sito ciampinese e di molti altri siti dal pregio inestimabile che potrebbero finire nelle mani di acquirenti dalle infinite possibilità economiche senza che lo Stato provi a tutelarne i valori storico archeologici (valori inalienabili alla base della nostra cultura), proprietà di ogni singolo cittadino.  Ma questo farebbe parte d’una politica della quale ancora non si vede la benché minima traccia neppure nel movimentismo o nelle nuove compagini politiche che s’affacciano sulla scena odierna. Ancora troppo difficile comprendere che queste aree e i loro contenuti sono la peculiarità della Penisola, che su questo passato è possibile basare il proprio futuro. Si preferisce ‘tagliare corto’ prendere le strade più brevi supponendo che un comune, qualsiasi, nemmeno se supportato dalle Soprintendenze, potrebbe mai gestire tesori simili e che è meglio affidare il tutto a forze talvolta estranee al territorio. Non esiste ancora un disegno d’insieme, nel nostro Paese, che sappia guardare alle bellezze storiche, archeologiche, paesaggistiche come occasione, se non di grandi profitti, di occupazione e promozione sociale e culturale. Immagine web: Muro dei Francesi.