Ciampino. Addio a Georgij, non tornerà in Croazia
Una chiacchierata datata per ricordare una presenza stabile sul sagrato del Sacro Cuore
Ultimamente Georgij, proveniente dalla Croazia e dopo varie tappe e soggiorni fisso a Ciampino da diversi decenni, non stazionava più sul sagrato. Vagava per le strade del centro sofferente e in grave difficoltà di movimento, ma ‒ parlando con lui ‒ si poteva cogliere ancora lo spirito che sempre lo aveva sostenuto nelle sue peripezie e forse anche l’antico amore per l’arte. Si riporta qui quanto emerge in seguito a un momento d’incontro nel dicembre 2013:
“Faccio quadri, affreschi, ritratti su commissione. Dipingo macchine, motorini, caschi, tutto. Dipingo a olio e a vernice, poco acrilico. Ero negato per la pittura fin da bambino, poi intorno alla metà degli anni ottanta, mi trovavo in Spagna, in Andalusia, ho visto tanti artisti dipingere e lì ho cominciato”. Georgij ha famiglia, moglie e un figlio di undici anni che frequenta la scuola media. Gli chiediamo se pensa di tornare un giorno in Croazia. “In Croazia non posso svolgere questo lavoro, lì non esiste, non ci sono madonnari, non ci sono artisti di strada. Qui giro per le sagre, per le feste patronali, espongo i miei quadri. Mi muovo in provincia, Viterbo e Rieti sono i posti migliori, la gente è generosa, contribuisce”. Perché allora non trasferirsi in una di queste località più proficue? “Gli affitti sono alti”, spiega Georgij. “Io ad Arcinazzo Romano vivo fuori dal paese, in campagna, in una grande casa con tanto spazio, ho pure cani e gatti, e pago duecento euro di affitto al mese”. La gente passa e saluta Georgij, è una frequentazione quotidiana con gli abitanti del centro che dura ormai da anni. “Il prete vuole che me ne vada da qui”, dice Georgij. “Se vado al bar, qui di fronte, mi servono il caffè in un bicchiere di carta con un cucchiaino di plastica. Dicono che i clienti si lamentano quando io entro. Io non sono malato”. E parla di ipocrisia, ma anche di persone buone e veramente devote quando si recano in chiesa. Ormai li conosce tutti, si riposa solo il sabato pomeriggio e la domenica, quando si riducono le corse dei mezzi pubblici e gli spostamenti diventano più difficili. Il suo lavoro è qui e anche la sua vita. Almeno per ora”.
Ciao Georgij, ci resti nel cuore.
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