Chiudere il Campo Nomadi è un segno di rispetto. Per i Ciampinesi’
Che il Campo Nomadi sia un abuso sotto tutti i punti di vista è un fatto: collocato nel cono di atterraggio dell’aeroporto, privo di infrastrutture, abbandonato a se stesso, fuori controllo. Ma sottolineare e porre l’attenzione sui soli disagi degli abitanti, quale motivazione per chiederne la risoluzione, appare francamente demagogico. Una mano tesa verso i Rom che si traduce in uno schiaffo ai cittadini onesti. Una forzatura che non trova giustificazione nella mera e sacrosanta tutela dei minori presenti nell’insediamento. Tutti siamo d’accordo sulla necessità di garantire salute e diritti dei bambini, ma il problema dei nomadi di tutte le etnie sta diventando un’emergenza a livello europeo. Che non si risolve con il buonismo. Tutti coloro che usufruiscono di servizi, assistenza ed infrastrutture di un territorio debbono integrarsi. Il problema è che le popolazioni nomadi non vogliono integrarsi, rifiutano di entrare nel circolo economico sociale: pagare tasse, lavorare, partecipare del sistema sanitario, mandare alle scuole dell’obbligo i propri figli. Onori ed oneri di essere un cittadino, parte attiva ed integrante di un sistema. Nella nostra società stanziale, il nomadismo non può essere una giustificazione per vivere al di fuori della legalità. Si controlli e censisca quindi la popolazione del Campo, si riprenda in mano la situazione e poi si cerchi una soluzione concreta con la Capitale: Roma deve cessare di nascondere nelle periferie le proprie vergogne. E tutto questo’ – conclude l’Avvocato – ‘nel rispetto prima di tutto di quei cittadini che pagano tasse e contributi, lavorano, mandano i figli a scuola e subiscono da anni l’impennata di microcriminalità, i fumi neri degli incendi, il rischio di inquinamento della falda acquifera locale, i disagi di un accattonaggio selvaggio.’
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