Chi sta parlando nella mia testa? Il nuovo Permunian
Chi sta parlando nella mia testa? Autore: Francesco Permunian – Ed. Theoria. Postfazione: Andrea Caterini, Collana: Linea d’Ombra
A novembre in libreria l’ultimo libro in ordine di tempo di Francesco Permunian Chi sta parlando nella mia testa? Ed. Theoria. In copertina: tra rocce scure s’avvistano alte cime azzurre e il libro forse è questo. Il protagonista è afflitto da insonnia e strane visioni notturne che a volte non lo lasciano dormire, non lo lasciano vivere. Dal nero a giorni alterni dell’anima, altri giorni vivono di piccole luci. Da cronache minimali s’affaccia la realtà colorata e algida, vera più del vero o improbabile nel suo essere categoricamente sempre diversa. Il percorso che propone l’autore, una riscrittura di Dalla stiva d’una nave blasfema – Diabasis 2009, è anche un viaggio sulle ‘montagne russe’ fra tanti tipi umani, ricordi personali, tormentosi a volte, e le reminiscenze sempre vive, attuali, d’una cultura mitteleuropea che l’autore a tratti sente possa raccontare meglio che lui stesso, ogni contraddizione o sottolineare aspetti della realtà che si va dipanando. Sotto la lente d’ingrandimento, sempre, la vera letteratura (chi dirà mai più quale sia tale e quale no?), la iperproduzione libraria, la necessità profonda dello scrivere e quella, anche profonda, di non prendersi troppo sul serio, tutti temi cari, ci sembra, al nostro autore. Eppure Chi sta parlando nella mia testa? non è un trattato sulla letteratura contemporanea e neppure un interrogarsi continuo sull’esistenza ché in queste pagine del migliore Permunian, secondo noi, accadono molti fatti con scene sempre diverse capaci di catturare il lettore con leggerezza, ponendolo davanti (dentro) un ordito tutt’altro che banale. Divertente e drammatico allo stesso tempo, forte e…necessario.
A quali autori e correnti culturali s’ispiri Permunian ce lo racconta meglio la quarta di copertina: «Ironico, sarcastico, disincantato, Francesco Permunian è il nostro Gombrowicz. Ma non solo per un affine carattere, ma anche per una forma espressiva che è, prima che una ricerca, una predestinazione. È infatti attraverso la forma diaristica che Permunian (così come lo scrittore polacco) meglio esprime la commedia umana della nostra vita, e che osserva a volte pure con rabbia, una rabbia che rasenta il disgusto, quando racconta il mondo degli intellettuali italiani, dei quali è capace come pochi di svelarne l’ipocrisia.
Ma le pagine di Permunian sono abitate non soltanto dalla sua voce, ma anche da quella dei fantasmi che continuamente gli parlano nella sua testa. Qui va cercato il fondo di dolorosa poesia della sua prosa. Per Permunian la letteratura è il luogo in cui i morti trovano una casa che finalmente li accolga. E quella casa è un artificio, misericordioso anche se mai curativo – ma profondo, insostenibile, cioè conoscitivo».
Francesco Permunian, vive e lavora a Desenzano sul lago di Garda. Ha pubblicato diversi libri, tra i quali ricordiamo Il principio della malinconia (2005), La casa del sollievo mentale (2011), Il gabinetto del dottor Kafka (2013), La polvere dell’infanzia (2015). Nel 2017 Il Saggiatore ha pubblicato in un unico volume i suoi primi due romanzi (Cronaca di un servo felice e Camminando nell’aria della sera) sotto il titolo Costellazioni del crepuscolo. Theoria, oltre a Chi sta parlando nella mia testa?, ristamperà anche Nel paese delle ceneri. (Serena Grizi)
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