#Chi l’ha detto! ‘Dieci piccoli inganni’ letterari
Alcune citazioni letterarie tra le più famose. Se ci chiedessero di attribuirle a chi le ha scritte, saremmo abbastanza sicuri della loro provenienza. Invece, per stratificazione storica, ‘per tradizione’, ci portiamo dietro delle attribuzioni qualche volta imprecise, altre volte non proprio vere. La citazione si sa, veste di prestigio conversazioni e scritti e queste precisazioni, oltre a rimettere qualche puntino sulle ‘i’, sono delle vere e proprie ‘curiosità’ per amanti della lettura…(letto e adattato da Il Libraio – GEMS).
«E coloro che sono stati visti danzare erano ritenuti pazzi da coloro che non potevano ascoltare la musica»
In ambito filosofico una frase attribuita a Friedrich Nietzsche. L’unica sua traccia è in una fonte indiretta e risale al 1927, anno in cui sul Times apparve una variante piuttosto affine a questa, all’epoca etichettata come un vecchio modo di dire. Fino al 2003 il collegamento con il pensatore tedesco era dunque inesistente; dopodiché qualcuno, forse incoraggiato dalla rapida diffusione delle citazioni su internet, ha pensato di associarla alla sua figura, nonostante nelle sue opere non ne sia stata trovata traccia.
«Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto cinquemila anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro»
Senza nulla togliere al fascino della riflessione in sé, libro alla mano non è così che si era espresso per l’esattezza Umberto Eco, che secondo quanto appare ne La bustina di Minerva avrebbe invece scritto, in un passo di non minore bellezza: «Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all’analfabeta (o di chi, alfabeta, non legge) è che lui sta vivendo e vivrà solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime. Ricordiamo, insieme ai nostri giochi d’infanzia, quelli di Proust, abbiamo spasimato per il nostro amore ma anche per quello di Piramo e Tisbe, abbiamo assimilato qualcosa della saggezza di Solone, abbiamo rabbrividito per certe notti di vento a Sant’Elena e ci ripetiamo, insieme alla fiaba che ci ha raccontato la nonna, quella che aveva raccontato Sheherazade». (segue)
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