CHE VUOI CHE SIANO DUE GOCCE D’ACQUA? !
Stamattina a Rocca di Papa, in via Frascati, poco distante da Piazza della Repubblica, un muro di contenimento ha ceduto travolgendo due vetture parcheggiate, fortunatamente vuote e senza provocare vittime. Poco distante, sullo stesso muro, è rimasta intatta una piccola edicola dedicata alla Madonna, fatta realizzare nel settembre del 1883 dai coniugi Carlo e Rina Ballatore, rimasti illesi dopo esser precipitati con una carrozza nella sottostante scarpata.
In seguito a questo incidente che ha comunque comportato l’ordinanza di chiusura temporanea di questa strada che collega Rocca di Papa a Squarciarelli, con modifiche di transito per chi deve raggiungere la città castellana, viene da fare una considerazione sui danni e i disagi che la pioggia insistente comporta.
Ho davanti a me l’immagine di quanto rimosso due sere fa dai Vigili del fuoco e dai volontari della Protezione civile a pochi metri dall’incrocio di Via delle Barozze con Via Frascati: terra, tronchi, radici, ruote, borchie, tubi e un non ben decifrabile elemento biancastro che somiglia a un sedile o qualcosa che originariamente ne era forse la parte interna… sulla via resti di terra e fango con rami spezzati.
Osservo e rifletto: là c’era una volta un canale di scolo, un torrentello lo chiamavo poeticamente da ragazzina. Scorreva, appunto, e portava con sé detriti e fango nei prati vicini, dove ora ci sono i serbatori dell’acquedotto.
Poco più avanti, dove c’è la mini-rotatoria che sostituisce l’incrocio di Via delle Barozze con Via delle Calcare, un fiume d’acqua fa pensare che sto guidando un aliscafo e … nuova riflessione: anche là c’era un canale di scolo di acque piovane, un altro torrentello sempre poeticamente parlando: le acque defluivano verso le campagne e le vigne delle Calcare. Oggi nuova strada, asfalto, recenti quartieri sia sovrastanti che sottostanti e … le acque piovane fuoriescono come possibile, inondando e allagando, mettendo a repentaglio qualche malcapitato magari sorpreso a piedi con l’ombrello.
Infine, non faccio in tempo a osservare di nuovo la carreggiata che procede, senza pensare al passato, che arrivo quasi all’incrocio finale di Via delle Barozze con la Via dei Laghi: ahi, tasto dolente!
Una transenna con un segnale stradale invita gli automobilisti a transitare sulla corsia opposta, ovviamente prestando attenzione alle auto in arrivo, per evitare di imitare la guida di un sottomarino… eh sì, perché proprio di fonte ad un ristorante ormai chiuso, c’è un lago d’acqua piovana che spaventa chi ha una vettura che non sia un SUV. La fiumara scorre dal vicino comprensorio della Rocchetta d’Elvira che, pur non essendo di recente costruzione, forse avrebbe bisogno di una bonifica e un ripristino delle grate di scolo che sono al cancello d’entrata e di fronte sarebbe necessaria una manutenzione delle cunette, per la verità inesistenti, come per quasi tutta la via percorsa.
Le cunette: mi viene un flash e mi rivedo, ragazzina, osservare quegli omini che pulivano, toglievano erbacce, lasciavano vuoto l’incavo tra la via asfaltata e il margine esterno del confine. Erano gli stradini, figure mitologiche che forse sono nel limbo del dimenticatoio, ma che sarebbero utilissimi per evitare i disagi, i pericoli e le tragedie in agguato dopo una pioggia insistente, per la verità normale in una stagione come quella invernale.
Non sarebbe forse il caso di ripristinare quella manutenzione necessaria lungo le vie e potenziare provvedimenti che impediscano alla pioggia di mettere a repentaglio la vita e l’incolumità di ciascuno di noi?
(Foto dal web)
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