Cerquone
Eccoti, vecchio Cerquone
prorompente innanzi al mio sguardo,
padrone assoluto in una radura che ti appartiene.
Corro, ti giro, un rito antico di propizia fertilità.
L’azzurro filtra nei tuoi rami
un turbinoso verde cattura i miei occhi.
Presente nei secoli, dalla cima dei tuoi rami
volgi lo sguardo sulla terra dei nostri avi.
Il vagare di genti riposa nella tua ombra,
il tempo trascorso t’innalza nel cielo.
Guardiano dei secoli,
racconti la storia di armi e guerrieri, di vita
vissuta a solcare la terra da umili Uomini.
Dai tuoi alti rami uno sguardo lontano.
Le sterili terre ti cingono,
rumori nell’aria comprimono la linfa.
Osservi, sovrasti le cime,
accogli i miei passi tra polvere e sudore.
Lo sguardo appagato,
presente è la tua immagine
nel giorno trascorso di genti future.
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