C’era una volta Treia, ora c’è solo Facebook
Voglia di fuga…
Ormai da un bel po’ di tempo qui a Treia, come nel resto d’Italia, viviamo tutti in reclusione. Siamo ai domiciliari, con al massimo una mezz’ora d’aria tanto per andare a fare la spesa o portare fuori il cane per i suoi bisognini. Poveri cani non possono andare oltre i precinti dell’abitazione e per loro è una vera tortura starsene sempre chiusi in casa, noi invece ci abituiamo presto, tanto ci possiamo sfogare virtualmente, abbiamo Facebook da seguire ed anche il telefonino, se proprio proprio si vuole sentire una voce amica…
A proposito di Facebook in questi giorni stavo notando come i post e gli articoli che appaiono sui vari gruppi servono come sfogo per lo stato di costrizione in cui ci troviamo. Le notizie vengono molto spesso manipolate, trasformate e ridicolizzate attraverso il gossip o la voglia di controbattere.
Non potendo più stare in piazza, alla bocchetta, a scambiarsi malignità, pena il possibile contagio o la reprimenda dei VV.UU., tutto quello che non riusciamo a sopportare viene vomitato nei social. Notizie ed articoli seri? Non interessano più nessuno, indifferenza totale ed anche peggio. Non si fa in tempo a pubblicare qualcosa di serio che subito viene rivenduta a prezzi stracciati ed il senso modificato sino alla totale trasformazione. Da nero diventa bianco, oppure viceversa.
Avevo capito come Facebook fosse un pericolo per l’informazione già alcuni anni addietro, quando mi ero iscritto e poi cancellato. Poi ho pensato che comunque è meglio esserci che non esserci. In fondo nel bisbiglio del pissi pissi bau bau, dei mi piace, dei commenti sul nulla, delle immagini demenziali condivise da vagonate di “amici” e “nemici” ci poteva stare anche qualche informazione “vera”.
Ma ora ai tempi del coronavirus possiamo solo pregare, sperare e mandarci a fanculo.
Ed in fondo non siamo anche noi inscindibilmente mescolati in questa massa amorfa di alienati che è la società moderna? Cosa possiamo farci… non possiamo mica seguire l’esempio di Friedrich Wilhelm Nietzsche che non ce l’ha fatta più a sopportare l’imbecillità umana e si è suicidato. Noi precursori non dobbiamo suicidarci, dobbiamo solo essere presenti senza aspettative… se vogliamo che una traccia di intelligenza permanga nell’umanità.
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