Notizie in Controluce

Da qualche settimana il Corriere della Sera offre ai lettori la possibilità di acquistare a poco più di sei euro, libri dedicati alle grandi donne della storia: ne ho presi alcuni, letti finora un paio che ho trovato scorrevoli e piacevoli, nonché interessanti come approccio all’argomento che può essere ampliato, se l’interesse ne stimola la necessità.

Ebbene, in questo periodo agostano, proprio alla ricerca di un paio di numeri persi – colpa della mia proverbiale distrazione – ho avuto modo di notare la difficoltà di trovare edicole disponibili: molte sono chiuse per ferie, d’accordo, ma pare che sia diminuito il numero delle rivendite che vi erano e che incontravo gironzolando tra i Castelli e il mare.

Sì, sembra strano e quasi impossibile, ma il numero delle edicole nel territorio si è ridotto, assottigliato e, in piena estate, aperte se ne contano sulla punta delle dita. Quali spunti di riflessione trarne?

Forse questa penuria di chioschi è dovuta al fatto che la gente legge di meno? Il forse mi pare però un ottimistico dubitativo: su autobus, tram, treni, nelle sale di attesa – ora vuote per il Covid – di giornali se ne vedono pochissimi e anche sulle spiagge la gente legge poco, presa com’è da cellulari e tablet che troppo spesso isolano pensieri e parole. Vero che dei quotidiani oggi esiste l’edizione informatizzata, ma anche questa non agevola il lavoro del classico giornalaio, quasi un congiunto, che al mattino si salutava prima o dopo il caffè al bar.

Non va trascurata inoltre la constatazione che ora giornali e riviste possono essere acquistati anche in altri esercizi come tabaccherie o bar, librerie, centri commerciali, rivendite di carburanti…

Mi chiedo quindi: l’esercente che offre solo carta stampata, giornali e riviste – gestore di un punto vendita esclusivo – quali garanzie ha perché il suo lavoro possa essere tutelato? Forse questa penuria di edicole aperte e il ricordo di quelle scomparse potrebbe esserne la risposta.