C’ERA UNA VOLTA…
Immaginiamo un’intraprendente e curiosa Cappuccetto Rosso in bicicletta, che pedala verso la casa della nonna… in mountain bike. Con lei altre due figure della famosa fiaba di Perrault: un lupo e un cacciatore. Ma, niente paura! Sono amici: invece del fucile l’uomo imbraccia uno smartphone e il fiero abitante dei boschi è guida e mentore. È notte, la selva, una volta patria e rifugio dei briganti li accoglie: pare voglia inghiottirli tra sentieri scuri in terra battuta e polverosa. È l’ultima notte di luglio, s’intravede una luna crescente tra le fronde degli alberi: loro vanno, pedalano, ben decisi a raggiungere la meta, sanno come affrontare lunghi percorsi che con la luce del giorno sono una scoperta infinita di angoli incantevoli, sentieri ombreggiati, delimitati da alberi di antica origine, felci, fiori, ceppaie, arbusti, fonti di acqua sorgiva, grotte, rifugi, antiche tracce di remote, terribili eruzioni del Vulcano Laziale; ruderi e vie che narrano la storia, indizi di generazioni lontane dedite al culto di Madre Terra, al rispetto delle Natura, attente ai cicli lunari, al Sole, agli eventi climatici.
I tre personaggi si arrestano improvvisamente e il flash squarcia le tenebre: rifiuti ingombranti di ogni tipo abbandonati lungo la via…
Non occorrono parole: parla il cuore che pulsa velocemente e il sangue scorre tra le vene materializzando sdegno, rabbia e tanta voglia di liberare quel bosco dalle velenose tracce di chi dovrebbe difenderlo, venerarlo,amarlo, custodirlo come fecero antichi progenitori.
La pedalata riprende, continua, più volte si arresta e i tre documentano con foto e brevi pensieri ( le parole servono a poco di fronte a certe immagini) il loro itinerario.
È una magia quel tam tam che viene dal futuro: migliaia di occhi invisibili li osservano, tremila cuori battono all’unisono; non sono soli, li accompagnano tutti coloro che per 101 chilometri, in dieci ore tra soste e pedalate sono stati con loro e hanno condiviso in notturna quell’impresa nella “Giornata mondiale dei Guardaparco e nella protesta dei 100 km”.
Eh già, perché, una volta giunti al traguardo, la casa della nonna di Cappuccetto Rosso si è trasformata nella casa di tutti: dalla Piazza della Corte di Ariccia dalla quale erano partiti e sono giunti, leggiamo l’epilogo… e, come in tutte le favole, i tre eroi – ma non si sentono tali – dell’impresa si materializzano in Paolo Del Giovane, Stefano Lattanzio e il giovanissimo diciottenne Gabriele Orrù, creatori del Gruppo Fb #RISPETTA IL BOSCO, con l’intento di dare un segnale forte a tutti i cittadini del Parco dei Castelli Romani.
Il loro tragitto – ( dodici comuni, due laghi, nove fonti) finalizzato a una “protesta/documentazione di cose brutte e belle” – in una foto aerea che immortala il cratere dell’antico Vulcano Laziale, è simile alla testa di un drago, quello stesso che i tre giovani ciclisti hanno sfidato per risvegliare le coscienze di tutti e per invitare le Istituzioni a intervenire in ogni modo, promuovendo iniziative di salvaguardia e difesa del nostro territorio, sensibilizzando al rispetto e alla bonifica dei boschi del nostro Parco. Che possa questa loro impresa condurre a un Lieto Fine che, come in tutte le favole antiche porti noi e le future generazioni a vivere tutti felici e contenti, consapevoli e rispettosi della nostra Terra.
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