Centro di accoglienza per rifugiati: un silenzio inquietante e la chiusura totale dell’amministrazione alle rete solidale cittadina
Il silenzio assordante dell’Amm.ne Comunale sulle vicende del centro di accoglienza mostra ancora una volta la chiusura totale verso le realtà associative e di movimento che, con la solita generosità, si sono messe a disposizione di un percorso trasparente, partecipato ed inclusivo – in primis verso i richiedenti asilo – in grado di invertire la tendenza passata. L’Ass.re Fiorini e il Sindaco Terzulli in incontri pubblici e in più di una intervista hanno rilanciato l’idea di un percorso finalmente inclusivo prevedendo, sempre a parole, la partecipazione di realtà associative, cittadini, amministrazione comunale, i rifugiati e l’ASP, la multiservizi comunale che avrebbe dovuto svolgere il servizio.
Come al solito alle parole non sono seguiti i fatti: nell’unico incontro convocato più di due mesi fa l’Amm.ne ha parlato di molte cose – a partire dall’affidamento diretto della parte assistenziale del servizio alla Croce Rossa locale – delle quali non ci è dato sapere le eventuali evoluzioni. Ad inizio Dicembre gli stessi ragazzi richiedenti asilo, che già sono stati ospitati qui a Ciampino, sarebbero dovuti rientrare e ad oggi non è così. Al contrario sembra che siano stati inviati in un nuovo centro a Roma in via definitiva.
Con questa tempistica stringente era stata giustificata la scelta di affidamento della parte assistenziale del servizio direttamente alla Croce Rossa senza bando ad evidenza pubblica. La stessa Croce Rossa in quelle riunione affermava giustamente che avrebbe dovuto assumere personale qualificato (psicologici, mediatori culturali, etc.) per poter svolgere un servizio all’altezza ma ad oggi tutto tace.
Perché alle nostre richieste di informazioni e di chiarezza segue un silenzio inquietante? Quale sarebbe la novità rispetto al passato? Noi pretendiamo chiarezza e trasparenza su un servizio già di per sé molto critico che nel passato e ancora oggi rappresenta un pozzo senza fondo di denaro pubblico che molto spesso non è stato usato nell’interesse dei richiedenti asilo.
Accoglienza e solidarietà si costruiscono coinvolgendo i cittadini e le realtà territoriali associative come ci insegnano esperienze virtuose – vedi il centro Baobab di Roma – ma evidentemente a Ciampino il principale interesse di chi governa è quello di poter fare e disfare senza ascoltare critiche o proposte alternative a quelle decise nelle stanze del Comune da amministratori che spesso non sanno neanche di cosa si parli.
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