Cave – SOCIAL, ROBERTA BRUZZONE AVVERTE: ATTENTI AL “MIPIACISMO”!
La nota criminologa Roberta Bruzzone mette in guardia dal lato oscuro del web.
I social stanno cambiando profondamente la nostra vita per molti aspetti, anche sul piano del linguaggio. Recentemente tra gli studiosi dei fenomeni sociali, sta emergendo un neologismo, ovvero una nuova parola,“il mipiacismo” che indica la dipendenza dai famosi e agoniati “like “, in italiano appunto “mi piace“.
Lo ha spiegato molto bene la nota psicologa forense e criminologa Roberta Bruzzone che, in qualità di vicepresidente della Caramella buona onlus gira l’Italia per sensibilizzare ragazzi e genitori ad un approccio corretto con il lato oscuro del web, che è anche il titolo di una sua pubblicazione molto interessante di cui ha parlato lei stessa a Cave in provincia di Roma, il 10 dicembre scorso su invito dell’Amministrazione comunale.
Ma cosa intende la dottoressa Bruzzone per mipiacismo ?
Il “mipiacismo” dei social
Quando sui social – facebook, instagram e whtsapp etc..- l’ utente condivide un contenuto, sia esso una foto, un commento, una vignetta o un video, attende un riscontro di interesse da parte degli amici virtuali, un “mi piace” magari corredato da un cuoricino rosso o un pollice alzato, che esprimono l’apprezzamento per quel contenuto. Ma quasi sempre, secondo la criminologa, l’apprezzamento verso un post si trasforma in approvazione verso la persona o quantomeno viene percepito in tal modo, acquistando dunque un potere psicologico sul soggetto.
Ed è proprio questo il pericolo, quando cioè il “mi piace” non e’ più una carezza alla nostra vanità, ma diventa una necessità assoluta per determinare chi siamo, quando il “mi piace” diventa il sommo regolatore del nostro umore quotidiano, quando arriva ad essere l’unica categoria di riferimento morale, spazzando via ogni inibizione e tirando al limite il nostro senso del pudore. “Non piaccio ” diventa dunque sinonimo di “non esisto”.
Social e dipendenza, minori a rischio.
Ecco allora comparire sul profilo degli scatti fatti nelle situazioni più strane, selfies in tutte le pose anche in quelle pericolose, a volte ridicole e persino ose’. Insomma il “miapiacismo” spinto al limite può portare ad una dipendenza incontrollata dell’altrui approvazione, per la quale si arriva a fare qualsiasi.
Questo può essere ancora accettabile quando si tratta di un adulto consapevole, ma diventa esecrabile e pericoloso quando parliamo di minori, spesso soggiogati da veri manipolatori del web.Lo sanno bene anche i pornografi e i pedofili che ne approfittano a piene mani, mettendo a rischio l’ incolumità dei ragazzi e dei bambini più fragili e senza controllo. La Caramella buona è una onlus che lavora proprio in questo ambito ,per offrire assistenza alle vittime della pedofilia, che ormai vengono adescate quasi per la totalità sulle reti social.
Date queste premesse – si è raccomandata la criminologa Bruzzone – scordiamoci il concetto di privacy e pretendiamo dai nostri figli di vedere cosa scrivono, postano, ricevono. Lo dobbiamo fare per il loro bene, per evitare che cadano in facili trappole, in cui si possono annidare vere e proprie intenzioni criminali.
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