Abbandonato il capo reclinato respirai la prima voluta e il passato che tornava nella nebbia che ovatta il pensiero La realtà è un artificio che si fissa nella mente come
un mare in burrasca ti trascina non vuoi annegare non respiri l’acqua non ti lascia non puoi fuggire cerchi la morte ti abbandoni cominci a bere non senti più l’acqua
Com’è? Il rumore che ti fa balzare O tirare un calcio’ o’ un sospiro di sollievo. Il rumore a cui sei abituato o’ l’armonia’ che trovi in esso ‘.come’ un
Tesa come gli uccelli che si squarciano la gola al mattino per farsi sentire. Tienimi la mano madre mia. Che io non impazzisca a vedere il mondo
Sento. Vedo da qui i vecchi ulivi del Parco, agitarsi a questo ponentino, forte ora. Sento salire da Roma i rumori della moderna edilizia… vada essa alla malora! Tra le
Padre mio assente più di mia madre che non c’è più. Padre mio che nell’imbarazzo invernale mi offri una manciata di liquirizia tra i viottoli del cimitero.
La morte ti ha regalato il volto di Nefertiti nobile e asciutto Volevi barattarlo con la tua risata sana la scioltezza del corpo snello e un ballo d’estate con una
Alla metà del giorno quando dee e ninfe scendono nei fiumi visitano le fonti a lavare i loro corpi come in sogno mille forme in una appaiono un istante e
Essere senza nome Tornare com’ero Anam Seguire sentieri di leggi divine Calcare orme solo mie Tracce di saggezza Errori sbagli idiozie Per tornare com’ero Anam Poco importa poco
Sto Qui Dentro Ma viva’ sembro ferma’ come sasso, Me sedimento. Sto qui dentro, segreta nella nicchia, al sicuro, essere vivente m’avviluppo come ‘paguro” ‘che risuona all’esterno ed espande la
Vecchio borgo, ricordo di antichi rumori, angolo di paese che canti le tue storie. Strani rumori dei nostri giorni, una vecchia Hosteria del nostro tempo. E li, ferme, le scale
Dolcezza dei languori, voluttà sensuale d’una malinconia infinita e mistica. Nostalgia di sensazioni arcane che vagano sui ricordi di tratti del passato: danzano dolci le ombre evanescenti e fluide, nel
Ci sono giorni e giorni e taluni non ti sopporto, altri mi venderei l’anima per sentirti madre, come la terra, e respirare sul tuo ventre, promontorio dove tutto sembrerebbe meno
Le foglie d’autunno Ingiallite dalla devastazione Lenta del tempo Come sottile malinconia Avvolta da silenzio e tristezza Ricordi immemorabili Di paesaggi non scalfiti
Autunno, vita che se ne va, morte che arriva. Porta sull’eterno, e sull’infinito. Stagione di sofferenze, e di vendette, ma ti fa maturare, e ti trasforma in uomo.
La strada è aperta ed io sono insoddisfatto includendo l’incertezza di aver perduto un istante, forse una vita, dal quale il mio orgoglio non ne potrà più fuggire. Miasmi, luce
Crisalide d’uomo, avvolto mi sono nel sudario intessuto dalla mia malinconia. Contemplo l’istante in cui l’Assoluto col Nulla s’identifica. E nella immensità del Nulla, dal centro sacro dell’Infinito, senza desiderio,
Persona di silenti silenzi s’affaccia al buio d’ognuno confine di sazietà e d’angosce dell’occhio ch’uccide
Passeggio nella memoria antica di Praeneste, con garbo e tanto zelo. Che tramonto, verso gli Albani, verso Roma Sento da qui a monte il fastidioso rumore a valle, della romana
Ogni volta quand’entro in una camera d’albergo si aprono angoli, nidi di stoffe e colori, luci si accendono che non conosco, e il mondo, intero, rinasce di nuovo. Vergine e
Memoria informe di ristoro al canto che diapason oscilla di gioia di Me
C’è epifania e racconto costante nel saliscendi di vallette colme di alberi e luce azzurra che attraverso sola un’ora dopo il mezzogiorno È dicembre ma mi ricorda Estate In questa
Svesto il cuore dal rivestimento ponendo là in angolo il battito di ciglia a ripiego di fatti intransigenti, corporei appunti.
qualche volta mi privo di sensi, rotolando mi allungo nell’intercapedine ( affranti di pori ) e poi e dopo poi il tiramolla quotidiano mai posato in un riposo solo saltuario.
Cos’è che rende mai e sempre vana locuzione che alimenta il senso della malinconia riduce la passione di seguir nella via Come impedire che il mondo gagliardo esista ed io
che quando quelle mosse di causalità furono le mie di far la coincidenza da tutte quelle storie d’indicazione all’oltre mimi di dentro a prenotare il tempo mio mi ritrovai a
Risonanza Melodia Da dentro coincidenze col di fuori Sedimento di me Col sedimento di te Sentimento o desiderio? Sogno o realtà ‘abbrivio verso l’armonia’ equilibrio chissà di me e di
Mi vedo immerso in una moltitudine di volti da infelicità assaliti piegati dalla colpa dei secoli e da un’immortale affezione ciechi delle scintillanti note d’un piano del bagliore dei suoi