Il sogno era là, su quel lembo di terra lontana per fuggire dal tuo giaciglio di paglia. La risacca ora, accarezza il tuo corpo adagiato tra conchiglie brunite che cullano
Pietà dagli uomini e perdono da Dio; lasciateli stare, così come sono, nudi e avvinghiati nell’ultimo atto di un semplice gesto che hanno reso eterno. Mettete una croce, due pezzi
Il Belvedere che è la loggia mia ha i riflessi intarsiati col pastello, per stì colori non ci sta pennello si fanno solo con la fantasia. Lontano sotto un sole
dal pozzo io non posso risalire ma sprofondare inerme fino al liquido centro della terra per ricomporre intera quella sfera
Il mare ondulante di creste bianche, il vento che raccoglie i flutti e li confonde nella pioggia. Il poeta è giovane, agli elementi dona la furia del suo cuore, la
Come il caldo allento gli stivali alla notte, dilato polvere e petali smunti su una strada che è sempre la stessa, affettuosamente dilaniata da bottoni di corpetti schiacciati, saltati per
Vaga in labirinti di mille io, su palcoscenici di mille teatri, in anfratti di mille ricordi. Ma chi vaga? Chi pellegrino si veste di mille costumi? Ora protagonista, ora comparsa,
epressione, abitudini… subisco senza sapere subisco senza volere… non più avvolta senza confini mi sento “sparsa” come in senso di perdere me. Senza risonanza “senza pelle” me espansa dò innesco
S’oscura parte calda il nulla m’assale Vorrei tornare prossimo all’assoluto laddove né color di ruota né dimensione con precisione segnano prevalenza di sé laddove senza setaccio di così larga luce
La poesia è la chiave capace di aprire i cuori per liberare tutti i colori che contengono: capace di scardinare la resistenza opaca e ottusa della materia, per sviscerarne il
Se il silenzio è eco Di parole sussurrate, Se il tempo diventa Prigione della tua anima, Se il mondo ti sembra Nuovo ed estraneo, Se pace per te È stare
La mia terra da qui non si vede. Se volgo la testa, gli occhi, il mio cuore, vedo a Oriente la mia terra, la mia terra dove nasce il sole.
Rincorro il tempo passato Cercando il tuo volto di ragazza Il sorriso smarrito Lungo il cammino dell’esistenza
Il tramonto arriva per tutti e della notte c’è certezza. Il pensiero degli stolti non cambierà il ritmo della vita, essi pure saranno travolti dall’incedere del tempo e non avranno
Sepolto nella luce del meriggio al divenire insonne e non saziato io sono trasparente in questo viaggio fermo ed infinito e tutto il mondo dentro mi contiene – abbraccio l’universo:
Puoi vedere il principio dell’armonia guardando un frutto maturo cadere dal suo albero Puoi sentire la passione di una spiga di grano Che sorseggia il sole attraverso un’aromatica finestra nel
tiro a caso uno dei tanti indovinelli conditi nella mescola di carte scrostate rivolte in barba a Lune e Soli (ci sei in quel letto rettangolo o ring degli accadimenti
Sogna il pagliaccio oltre gli spicchi colorati della tenda lontano nel tempo una marina azzurra una nevicata pura di gennaio la sua malinconia è dolcemente poggiata sulla mano a trattenere
Parla il mistero del dominio di materia ove tutto è chiaro se è presente essenza ove pur amando desiderio emerge …d’amare
Amo il tramonto. È il tramonto a riportarmi l’alba. Amo l’alba. E’ l’alba che mi conduce a sera.
Fatemi marciare, capitano, ho gli stivali asciutti e imbrillantati, io per natura fiero soldato e non un solo pensiero, è in me la fede vera più forte del vangelo. Fatemi
Quando la grande stella veloce piega ad occidente il cielo s’inchina al buio il mio corpo vibra di tuo raggio
La sua è, indubbiamente, una famiglia borghese colta, in grado di darle supporto e strumenti fin dalla più tenera età, e che, come per gran parte della popolazione dell’area, è
O giovine e fiorente terra, quella dal vellutato manto cui il respiro la luna destava, mi diventi vecchia ed il cuore, di tachicardia afflitto, stenta; per i tuoi giardini non
Arroccato de’ sopra ‘na collina Te guarda Monte Porzio e la Colonna, Nun se sente er respiro de’ ‘na fronna Puro er vento rispetta sta rovina. Li monti tiburtini li
goccia di rugiada di un occhio brillante che trabocca dal cuor ridondante nettare salato ed amaro essenza di un io sofferente o succo di gioia assai raro specchio di un
do-orre, 4 volte, leva la sveglia batte l’amor(t)e. pause di respiro. flash di intermittenza. luci impazzite del microonde. “dove corri?” , “in ufficio” meccanica risposta-suono. suona il cell. numero
L’eterno è in me Lui sa che la mia esistenza non ha tempo Il corrente abbraccia la memoria dell’avvenuto Con il suo sogno allaccia l’attesa del venire
>Cammino nella notte Interminabile via in cui vite non tolte affollate a migliaia si muovon barcollanti evitando i lampioni di luce sorgenti Al centro di frastuoni in improvviso silenzio suono